Milano – L’idea di accumulo ebbe origine nel momento in cui l’uomo assunse la posizione eretta mettendo in atto condizioni di singola avidità o di previdenza sociale in previsione di guerre o carestie.

Con l’avvento dell’era industriale l’accelerazione produttiva ha espanso equazioni comprese tra seriale produttività e istigazione al consumo con sovrabbondanza di sprechi e scarti di differente natura.

Fortunatamente l’idea di accumulo, di stratificazione possiede anche una natura spirituale: preservare nella memoria spazi di ricordi intimi e collettivi creando in tal modo un insieme di vibrazioni che in mani sensibili si tramutano in letteratura, musica, cinema, arti applicate.

“La memoria delle cose”, in corso presso la maabgallery propone una accurata selezione di opere di Arman comprese tra gli anni Sessanta e Settanta.

Oggetti di natura industriale e di domestico uso animano un moto proustiano di “Ricerca del tempo perduto” dove le cose, nel loro affastellarsi animano moti di suggestivi ricordi.

In tal misura ogni visitatore potrà recuperare, tra i sedimenti della propria vita, rimembranze del proprio vissuto.

Le cadenze suggerite dalle opere in mostra tendono a generare ideale comunione tra il sé e la più elevata concezione creativa di Arman.

Arman – “La memoria degli oggetti” – maabgallery, Via Nerino 3. Fino al 15 marzo. Orario: lunedì – venerdì 10,30 – 18

 

Mauro Bianchini