Il Tesoro di ArcisateIl Tesoro di Arcisate

Marina Albeni, una giovane studentessa della Statale di Milano ha deciso di dedicarsi allo studio del materiale bibliografico e dei documenti che testimoniano l'antica presenza romana nel territorio di Arcisate, paese dove vive. Il lavoro finale del triennio di Scienze dei Beni Culturali realizzato dalla ricercatrice in erba nel 2006, con la supervisione della professoressa M. Teresa Grassi,  mette così un pò di ordine e prova a far chiarezza sul "tesoro di Arcisate".

Cos'è il tesoro di Arcisate?
"E' un servizio da vino in argento composto da 5 pezzi: una brocca, una coppa, un attingitoio, un colmo e una spatola, ritrovato ad Arcisate all'inizio del 1900. Un nucleo importante per la sua interezza, per l'integrità che hanno conservato e per il materiale con cui sono stati realizzati gli oggetti. La scoperta è avvenuta probabilmente in maniera fortuita, o per lo meno ad oggi non si conosce l'artefice di questo rinvenimento. I pezzi sono stati poi acquistati dal British Museum, dove si trovano tutt'ora".

Che tipo di ricerca hai effettuato?
"Ho più che altro svolto una ricerca bibliografica. Ho cercato di fare un resoconto degli studi che si sono succeduti dopo la scoperta e la collocazione nel museo inglese, cercando di focalizzarmi su alcuni aspetti. I due testi cardine ai quali mi sono rifatta e che sono tutt'ora la fonte prima di riferimento per questi resti archeologici, sono della ricercatrice Paola Piana Agostinetti. Un volume del 1985 e un saggio del 1998 inserito all'interno degli atti di un convegno"

La broccaLa brocca

Quali sono le notizie più importanti che hai trovato in questi documenti?
"Sicuramente i dati in merito all'epoca a cui risale il Tesoro. Grazie al confronto con altri materiali archeologici simili si è infatti ristretto il margine di datazione al I sec. a.C. quindi si conferma l'epoca romana. Rimane però da capire a che famiglia appartenesse questo servizio e soprattutto i motivi per i quali una famiglia benestante si sia trasferita nella zona della Gallia Cisalpina. Grazie al lavoro della professoressa Agostinetti sono state avanzate ipotesi appetibili che ricondurrebbero questa presenza a dei motivi economico-commerciali, visto che non distante, in Valganna, erano attive miniere di polena argentifera. Inoltre sono stati dalla stessa studiosa analizzate anche le iscrizioni ritrovate sui reperti, dalle quali si legge la parola Utii, a questa famiglia proveniente dal Sannio, è stato dedicato il servizio".

Hai trovato altri testi dedicati al Tesoro?
"Più che altro ho trovato delle citazioni. Infatti il nucleo di reperti viene visto e riportato dallo storico ed archeologo varesino Mario Bertolone all'interno di un suo testo. Poi il Tesoro è citato anche in altri testi di storici locali, non sempre però l'intero servizio, anche solo alcuni degli elementi ritrovati. Ho aggiunto alla mia tesi una parte dedicata all'analisi del territorio di Arcisate in epoca Romana. Infine ho tirato delle conclusioni basandomi su i confronti già proposti e sviluppandone altri tramite l'analisi di reperti dello stesso periodo storico".

L'autrice della tesi, Marina Albeni presenterà ai suoi concittadini il lavoro di ricerca svolto, in un incontro che si terrà sabato 1 Marzo alle ore 11 nel Salone Acli di via Manzoni ad Arcisate.