Parafrasando il titolo del film di Jean-Pierre Jeunet, si potrebbe affermare riguardo alla mostra in corso presso la Fondazione Marconi: "La favolosa collezione di Giorgio Marconi", che dopo avere presentato per il cinquantesimo anniversario dello storico spazio milanese opere di artisti, italiani e stranieri, che avevano esposto, quando gli spazi svolgevano il ruolo di galleria d'arte, propone ora una collettiva dedicata al "piccolo formato".
I numeri sono consistenti, si tratta di 60 artisti e di oltre 300 opere che vanno dagli anni '50 sino al 2012 eseguite con differenti tecniche e materiali, quali acrilico su tela, gouaches, fotografia, bronzo, ferro, legno, cemento, acquarelli, incisioni, pellicola.
Come facilmente deducibile, non facile elencare tutti i nomi.
Ne citeremo alcuni, andando in ordine sparso e partendo dall'audace stilizzazione, in bronzo e ceramica, di una natura morta di Alik Cavaliere del 1969, per proseguire con la "Rosa impacchettata" (1968) di Christo, quale traccia ironica nei confronti della inesorabile trascorrenza del tempo.
Sintesi e rigore compositivo distinguono la scultura (1973) di Giuseppe Spagnulo, in grado di esprimere un intenso afflato lirico con "Rilievo n. 101", cemento in ferro del 2000 di Giuseppe Uncini che affermava in quegli anni, riguardo all'operare dello scultore, tali parole: "Alla base di tutto il mio lavoro c'è sempre…un problema da risolvere…per me il problema è porsi il problema!".
Una collezione di "piccolo formato"
Milano – Fondazione Marconi, Via Tadino 15
Fino al 23 gennaio 2016
Orari: martedì-sabato 10-13/15-19