teatro como1.JPGL’Arca di Jogijo – Ve lo diciamo in tutte le lingue: si gioca a teatro. Accade al Sociale di Como con lo spettacolo Arca, proposto dalla Compagnia Internazionale Jogijo. Che tale proposta abbia il desiderio di rievocare e valorizzare il fantastico mondo dell’infanzia, fatto di magia e di divertimento spensierato, lo si capisce già dal nome: Jogijo non è che l’acronimo delle parole Joc Gioco e Jogo, nelle tre lingue madri degli attori. E sì, perché la seconda peculiarità di questa produzione è sicuramente il convivere di culture e tradizioni originarie di Paesi differenti. Una caratteristica che rende unico ogni lavoro firmato dagli attori Rui Pedro Cardosso, portoghese; Stefano Panzeri, italiano e Jordi Arques, di origine catalana. Catalano anche il drammaturgo, Gerard Guix.

La compagnia vuole proporre spettacoli che prendano spunto dall’allegria tipica dei giochi di infanzia. Una tematica apparentemente "leggera", ma le produzioni di Jogijo dimostrano di non esserlo affatto: in Arca si parla di flussi migratori. Italia Portogallo e Spagna sono stati paesi conquistatori, ciascuno ha vissuto il suo "momento di gloria" durante il quale è riuscito a colonizzare e sottomettere altri Paesi, altre culture. Vi è stato, inoltre, un lungo periodo di emigrazioni: italiani, spagnoli e portoghesi hanno lasciato la loro terra, alla ricerca di lavoro e fortuna all’estero. Oggi, tutte e tre le Nazioni, si ritrovano a gestire una situazione totalmente differente: sono esse stesse ricettrici di immigrazione e si vedono costrette a riformulare le proprie politiche in materia, per rendere degna la vita degli stranieri nel proprio territorio. In particolare, Arca narra di tre traduttori (un italiano, un portoghese e uno spagnolo, ovviamente) che lavorano al Consiglio Europeo di Strasburgo. Mentre traducono nella propria lingua gli interventi dei rappresentanti di altri Paesi, si vedono coinvolti in un conflitto di dimensioni catastrofiche che li obbligherà all’evacuazione dal pianeta. Allora, a bordo di un’arca assolutamente moderna, inizieranno un viaggio che prenderà spunto da quello di Noè ma sarà altresì impreziosito dall’incontro delle lingue, delle diverse origini culturali dei tre protagonisti.

L’intercomprensione linguistica diviene, in Arca, punto di partenza ma, altresì, obiettivo da raggiungere. Sia per i personaggi che per il pubblico. Il pluralismo del linguaggio teatrale, si fonde al movimento, alla relazione tra attori e spettatori, alla carica ludica che caratterizza – per eccellenza – il tema del gioco.

 

U, Due, Três – La compagnia ha, al suo attivo, lo spettacolo U, Due,teatro como3.JPG Três che, dal suo debutto nel 2009 al Teatre Laboratori de L’Institut del Teatre de Vic (Catalunya) gira per la Spagna, l’Italia, il Portogallo e la Francia. Si è aggiudicato il premio speciale della giuria alla Xva Mostra de Teatre de Barcelona, nel 2010, e sarà presentato insieme alla nuova produzione all’Université Stendhal di Grenoble il prossimo giugno, in occasione del convegno Intercompréhension: compétences plurielles, corpus, intégration. Questo spettacolo indaga l’uomo, le sue debolezze, le sue passioni e lo fa proprio ripercorrendo le fasi salienti della vita di un bambino, ne attraversa le sensazioni e i ricordi, la percezione del mondo e della vita che – anno dopo anno – cambia. Il linguaggio utilizzato abbatte da subito qualsiasi barriera linguistica: ogni attore parla la sua lingua e fonde, ad ogni battuta, un’innata capacità di improvvisazione.

 

Info – Per conoscere nei dettagli la programmazione del Teatro Sociale di Como,visitate il sito Internet www.teatrosocialecomo.it.

Si chiama Arca il nuovo spettacolo volto a valorizzare il concetto di intercomprensione linguistica proposto dalla compagnia Jogijo, caratterizzata dalla presenza di artisti di origine italiana, portoghese e spagnola – ognuno dei quali parla la sua lingua, dando vita ad uno spettacolo all’insegna dell’incontro tra culture. In scena al Sociale di Como, il primo febbraio.