"Un'opera mirabile, eseguita da un grande pittore lombardo, che, grazie all'intuizione del professor Sgarbi e alla lungimiranza del presidente Maroni, siamo riusciti a portare sul nostro territorio".
E' il commento di Cristina Cappellini, assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, intervenuta in occasione della presentazione dell'opera dipinta da Vincenzo Foppa, che ha trovato dimora nella Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano, al primo piano della corte ducale.
"Fu proprio questo il capolavoro – ha ricordato l'assessore Cappellini – che costituì la prima iniziativa proposta dal professor Vittorio Sgarbi in qualità di ambasciatore della Regione Lombardia per le Belle Arti di Expo 2015".
Su suggerimento di Sgarbi e di Antonio Natali è stata possibile la ricomposizione del trittico di Antonello da Messina tramite la concessione del San Benedetto, di proprietà regionale, alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Il trittico è stato in precedenza ammirato a Milano al Museo Bagatti Valsecchi in occasione di Expo. In 'cambio', a Milano è arrivata l'opera del Foppa, 'Madonna col Bambino e un angelo', proveniente dagli Uffizi.
"La Madonna del Foppa, peraltro – ha aggiunto l'assessore Cappellini – rappresenta le caratteristiche tipiche, a partire dalle tonalità di colore, della pittura lombarda e dunque si inserisce a pieno titolo nel patrimonio artistico della nostra regione".
Il dipinto del 1460, di grande raffinatezza, riproduce l'atmosfera domestica nello stile conosciuto da Jacopo Bellini, scuola veneziana, con accenti di scuola fiamminga che si ritrovano nell'utilizzo della luce per conferire tridimensionalita' ai protagonisti dell'opera.
"Il trittico – ha ricordato l'assessore – è stato esposto dal 25 giugno al 28 ottobre al Museo Bagatti Valsecchi di Milano, nell'ambito del grande progetto 'Expo Belle Arti Lombardia', voluto dal presidente Maroni e curato dal professor Vittorio Sgarbi". "Una dimostrazione concreta – ha detto ancora – che la cultura vincente è quella che ha alla base idee lungimiranti e una grande passione. Le Istituzioni hanno il dovere di perseguire il bene del patrimonio culturale, di favorirne una migliore fruizione e valorizzazione". 
Al di là delle polemiche fra sostenitori e denigratori dell'accordo, va tenuto presente, come hanno ribadito il direttore dei Musei Civici Claudio Salsi e l'assessore Del Corno, che c'è da un lato uno scopo filologico nel voler ricomporre a Firenze un trittico rimasto separato per secoli e, contemporaneamente c'è la volontà di accogliere nel capoluogo lombardo una tavola che documenta una fase giovanile di Vincenzo Foppa nella quale si mischiano la lezione fiamminga con gusto decorativo e quelle famose gradazioni di colore cha danno a questa Madonna un sapore particolare.

Due anni più tardi, nel 1462, Foppa metterà a frutto questi suoi talenti nella sua più celebre, quella Cappella Portinari che proprio un nobile fiorentino, Pigello Portinari aveva voluto erigere, primo esempio di quell'intreccio fra Toscana e Lombardia che a distanza di più di 600 anni trova ora una nuova motivazione.