Adriano GallinaAdriano Gallina

Dal teatro alla politica "che investa" – Si parla di teatro, del momento particolare che il mondo del palcoscenico sta vivendo in questi anni nella nostra provincia e non solo, ma si arriva ben oltre. Adriano Gallina non si tira indietro, rispondendo alle nostre domande con la competenza e la precisione di chi, il mondo culturale varesino, lo conosce davvero bene. Una lunga intervista per info@cultura, in onda domenica alle 20,45 su La6 Tv: si parte dalla Fondazione Culturale 1860 Gallarate Città, si passa al progetto attivo e capillare di Sipari Uniti. Poi il discorso si allarga al pubblico dei teatri, al fatto che chi ha il compito di pensare e mettere nero su bianco un cartellone teatrale debba necessariamente confrontarsi con quelli che sono i gusti e le richieste del pubblico.
E, naturalmente, prima di chiudere, Gallina ci tiene a dire la sua sulla questione che Artevarese e La6 tv hanno portato avanti, ascoltando diverse voci, sull'ormai famigerato problema degli "orticelli varesini".

Intervista ad Adriano GallinaIntervista ad Adriano Gallina

Dall'intervista – "Ho seguito abbastanza il dibattito portato avanti anche da voi in tv, e devo dire che tutto quanto mi pare fondamentalmente essere riconducibile ad una cosa estremamente greve e prosaica, cioè al fatto che fino a quando non viene definita da parte dell'ente pubblico una politica di indirizzo, che però non sia genericamente una politica culturale, ma che sia una politica che a fianco delle indicazioni di attività ponga anche, nelle colonnine di uscita, l'investimento e la voce di spesa, credo che qualsiasi altra litania o petizione di principio a difesa degli "orticelli", o le bacheche che promuovono e programmano tutto, o le commissioni di qualità, siano in realtà poco significative. In realtà il Comune di Varese ha deciso di operare delle scelte in senso qualitativo, in senso pubblico – a questo tengo particolarmente, cioè nel senso di funzione pubblica –  per la stagione musicale comunale, che è in assoluto uno dei fiori all'occhiello non solo e non tanto del Comune di Varese, ma dell'intera Provincia, dal punto di vista della qualità. E lo ha fatto decidendo di affidarsi ad una persona di straordinaria competenza, di straordinari contatti, investendo con spese, conoscendo gli artisti in programma, tutte cose molto significative in un settore che, in quanto tale, è sicuramente in perdita rispetto ai numeri di pubblico a cui può aspirare.

Scelte non forzatamente "ecumeniche" – "Nell'ottica di una scelta politico-culturale davvero ampia, io credo che se questo venisse operato in generale a tutti i livelli, sapendo che l'investimento nel campo della cultura matura da 1 a 6 in termini di proporzione, anche se non si vede il 'tesoretto' che ti si monta man mano, se si ragionasse in questi termini, io credo che anche Varese potrebbe davvero aspirare ad essere un comune forte, perchè poi le qualità e i talenti ci sono. Bisogna ragionare in realtà anche un po' nei termini di "piano regolatore", cioè individuare con coraggio (in questo ha ragione Mario Chiodetti) e scegliere gli  interlocutori, operare anche delle scelte non "ecumeniche" nell'ottica dell'accontentare un po' tutti, però con un disegno che sia culturale e progettuale ben definito e che, a monte, sia di origine politica tutto sommato".    
L'intera intervista sarà disponibile su artevarese.com a partire da lunedì 22 febbraio.