Kristina Braein, Untitled, 2006, installazione a LA RADA, LocarnKristina Braein, Untitled, 2006,
installazione a LA RADA, Locarn

La partenza – A un anno di distanza dalle fasi iniziali di elaborazione di Roaming, cogliamo volentieri l'occasione offertaci da Artevarese.com per fare una sorta di punto della situazione. Un progetto dalla prospettiva teorica in continua ridefinizione, crediamo meriti un orizzonte di ricerca ancora lungo da percorrere; però un anno di lavoro è stato portato avanti e qualche interessante esperienza puntualizzata. Dalla "prova generale" di Barasso, altre sette mostre sono state organizzate a Milano, Parigi, Bolzano, Torino, Locarno, Trieste e Berlino, accolte da importanti spazi espositivi ed eventi culturali: Assab One, Manifesta 7, Contemporary, 91mQ Art project Space, per citarne alcuni. Inoltre già più di cinquanta sono gli artisti coinvolti, tra cui nomi di primo piano del panorama italiano e internazionale come Emanele Becheri, Kristina Braein, Pierluigi Calignano, Umberto Cavenago, Al Fadhil, Armin Linke, Name Diffusion, Luigi Presicce, Daniel Rothbart, Alice Guareschi. Da questi pochi dati che qui riportiamo si può già intuire quanto la dimensione su cui questo progetto, questa sorta di dispositivo, si fonda, sia una serie di presupposti che hanno riscontrato un interesse diffuso, di carattere europeo, facilitato anche da un format dalla movimentazione rapida, in continua reinvenzione e mutamento, ma sicuramente toccando temi che attualmente sono particolarmente vivi nel dibattito artistico internazionale.

L'obiettivo – Se dovessimo definire oggi l'elemento centrale attorno cui Roaming si interroga, senza dubbio diremmo il rapporto tra produzione di un'opera, la conseguente circolazione e la questione della  diffusione della propria immagine. Per questo il progetto si struttura come una serie di mostre che durano, fisicamente, solo il tempo dell'inaugurazione, per poi spostarsi e trovare, paradossalmente, stabilità nella fluttuante dimensione della rete. Altra problematica che cerchiamo costantemente di mettere a fuoco, e amplificata dal sistema di documentazione del progetto, ovvero il sito web www.roaming-art.it, riguarda il processo di deautorializzazione dell'opera in sé e la misura con cui la sua decodifica appartenga  e spetti al suo autore, allo spettatore, al critico o al fotografo che di volta in volta partecipa all'evento. In particolare emancipandosi il sito da una dimensione meramente documentativa ed assumendo invece, anche in virtù delle scelte linguistiche che lo caratterizzano, il ruolo di ambito imprescindibile della "messa in mostra", la fuga di decodifiche investe direttamente lo statuto dell'opera proiettandolo in uno spazio accentuatamente processuale.

Risultati visibili – E dunque un'ultima domanda inizia a farsi strada d

Vincenzo Cabiati-Armin Linke, Ciglia, 2008 installazione a MVincenzo Cabiati-Armin Linke, Ciglia,
2008 installazione a M

opo questo primo anno di lavoro. Una domanda che crediamo possa segnare un ulteriore sviluppo di questo progetto di ricerca: capire se a queste premesse teoriche corrisponda una specifica ipotesi estetica, una particolare direzione a cui i lavori, di volta in volta progettati o scelti, tendano. E forse, già osservando le immagini caricate sul sito web, questa direzione sembra materializzarsi. Se il destino dell'opera nella  contemporaneità è la sua circolazione sotto forma di immagine e se l'immagine in  qualche modo ne costituisce la "morte", la sua "falsificazione", Roaming palesa questa realtà e forse hegelianamente si interroga intorno ad un concetto di "vero come divenire di sé stesso". Dunque l'opera non si contrappone staticamente alla sua "falsificazione" ma la ingloba, assumendola come motore dialettico. D'altra parte si legge nella prefazione della Fenomenologia dello Spirito: "La gemma scompare quando sboccia il fiore, e si potrebbe dire che viene confutata; allo stesso modo, quando sorge il frutto, il fiore viene, per così dire, denunciato come una falsa esistenza della pianta, e il frutto subentra al posto del fiore come sua verità. Ora, queste forme non sono semplicemente differenti l'una dall'altra, ma l'una soppianta l'altra in quanto sono reciprocamente incompatibili. Nello stesso tempo, però, la loro natura fluida le rende momenti dell'unità organica, in cui non solo non entrano in contrasto, ma sono necessarie l'una quanto l'altra, e soltanto questa pari necessità costituisce la vita del Tutto."

La fonte della dinamica – In questa accezione le contrapposizioni opera-immagine; fisico-virtuale; vero-falso, cessano di darsi come tali e assumono il valore di forme di un divenire entro cui l'opera si compie nella sua interezza, come processo e non soltanto come fatto. Di più, nel momento in cui l'opera afferma la sua consistenza nella ricerca di una fisicità "sottile", ed è in genere una costante del lavoro degli artisti coinvolti nelle diverse tappe di Roaming, si accentua la dialettica con la sua deriva immateriale, accrescendo, sotto forma di "scarto", la fonte di questa dinamica.