Milano – Casa Museo Spazio Tadini ospita una mostra dedicata a tre personaggi di rilievo del mondo artistico, cinematografico, letterario ed editoriale.

Si tratta di Giuseppe Casolaro, pittore e illustratore, Giuseppe Marotta scrittore, giornalista, critico cinematografico, sceneggiatore e canzoniere (autore del libro L’oro di Napoli – Ed. Bompiani 1947) e a cui il Comune di Milano ha intitolato Viale Giuseppe Marotta, nel Parco Lambro (Municipio 3) e  Massimo Casolaro, figlio primogenito di Giuseppe, fotoreporter, giornalista, direttore editoriale di importanti testate e che nel 1974 ideò la casa editrice Far da sé (Edibrico, oggi, ancora presente sul mercato editoriale).

Tre figure legate da rapporti di amicizia e parentela, offrono uno spaccato sociale, artistico e culturale importante che segna un’epoca, quella d’inizio Novecento, fatta di migrazioni, invenzioni e iniziative imprenditoriali e autoriali. La Casa Museo Spazio Tadini ha così deciso di iniziare un percorso espositivo e narrativo su figure interessanti del Novecento con l’intento di valorizzare archivi privati ​​che potrebbero andare perduti offrendo uno spaccato culturale e sociale del periodo storico in cui visse anche Emilio Tadini, artista e intellettuale a cui è dedicata la Casa Museo milanese.

La mostra documenta gli intrecci che davano vita, cent’anni fa, a solide amicizie, collaborazioni preziose, incontri e fervide occasioni ai talenti creando un terreno importante nella cultura del Novecento. Curiosità e retroscena tra cinema, redazioni e vita comune, viaggi, incontri, lettere e dediche preziose, tra intellettuali e personaggi immaginari.

Sono esposte opere, dall’archivio curato e custodito da Claudia Casolaro, figlia di Massimo Casolaro,( nipote di Giuseppe Casolaro e Marotta) lavori su tela di Casolaro, grafiche, documenti storici come libri, riviste, carteggi epistolari, fotografie – tra cui un inedito ritratto di Sofia Loren – filmati e testimonianze audio di Zavattini, oltre a manoscritti autografi di Marotta.

Marotta e Casolaro erano amici, entrambi in cerca di un futuro migliore e, prima del grande flusso migratorio del Dopoguerra, arrivarono nel capoluogo lombardo da Napoli dopo un breve periodo a Parigi. A Milano conobbero l’amore (sposarono, negli anni 20), due sorelle piemontesi, anche loro a Milano: Pia e Maria Moncucco, (nate a Gavi) e anche il successo professionale.
A ricordare l’importanza della figura di Giuseppe Marotta, nel 1983, per celebrare i 20 anni dalla morte, la città ha realizzato un importante evento in Sormani voluto dal sindaco Carlo Tognoli.  In quell’occasione il sindaco ringraziò Marotta e fu presentato una riedizione di “A MILANO NON FA FREDDO” in edizione numerata  a cura di uno dei due figli di Marotta, il primogenito Giuseppe jr. che ne illustrò e curò l’edizione, ancora consultabile in Biblioteca Sormani.
“A Milano non fa freddo” (prima edizione 1949), dà il titolo a questa mostra alla Casa Museo Spazio Tadini ed è parte di una trilogia  dedicata a Milano, pubblicata da Bompiani: “Mal di Galleria” (1958), “Le Milanesi “(1962).

Casolaro si dedicò con successo all’illustrazione di libri e pubblicità conservando l’amore per la pittura con un’attenzione particolare alla figura femminile. Marotta,  rispondendo a una lettrice, sul settimanale “L’Europeo”, dove lui scrisse dal 1954 al 196), disse che ”  l’autentico luogo di nascita di un uomo è quello che gli dà lavoro, pane e dignità”.
A Milano nacquero così i “nuovi” Casolaro e Marotta come autori creativi e di talento, ma anche i loro figli tra cui Massimo Casolaro (1931) che inventò le prime riviste sul ”fai da te” dando vita a un genere editoriale sempreverde e di grande utilità.

Dietro queste storie di migrazione (anche italiana) si fa tesoro, si riflette e si impara. L’ associazione Vite Intorno  che si occupa di integrazione culturale e sostegno all’imprenditorialità anche nei Paesi in via di Sviluppo ha così deciso di sostenere questa mostra cogliendo l’occasione per evidenziare come Milano sia sempre stata un crocevia multiculturale capace di accogliere ed offrire opportunità .

La mostra in via Niccolò Jommelli proseguirà sino l’8 marzo, orari al pubblico: da mercoledì a sabato dalle 15.30 alle 19.30.