Christian Vogt, Nudo femminile, 1975-1980Christian Vogt, Nudo femminile,
1975-1980

Un patrimonio di quasi due milioni di immagini, raccolte grazie a donazioni, depositi, acquisizioni e committenze. È questo il considerevole traguardo raggiunto dal Mufoco, il Museo di Fotografia di Cinisello Balsamo che, impegnato nella valorizzazione delle proprie collezioni, presenta al pubblico una nuova selezione di opere tratte interamente dal proprio archivio. Tema dell'esposizione è il corpo, inteso come linguaggio e, allo stesso tempo, come motore propulsore delle ricerche fotografiche contemporanee. Componente esuberante nella stagione degli Happenings e di Fluxus, nonché protagonista indiscusso della Body Art, il corpo – come affermerà il critico Willoughby Sharp nelle pagine della rivista newyorkese Avalanche – è diventato progressivamente «soggetto e oggetto dell'opera». Basti pensare alle perfomances di Saburo Murakami, dove l'esponente del gruppo Gutai, vicino all'idea di imprevedibilità dei "fluxalavori", attraversava grandi fogli di carta squarciandoli con il proprio corpo. O ancora a Le saut dans le vide di Yves Klein in cui l'artista simula un salto nel vuoto cercando di impossessarsene, e alle Sculture viventi di Piero Manzoni, elevate a vere e proprie opere d'arte attraverso la firma.

Sono questi i germi della futura Body Art, un movimento segnato da consensi e dissensi, ma soprattutto da

Gunter Brus, Ana, 1964Gunter Brus, Ana, 1964

iniziative volutamente estreme e irriverenti. Dalle autolesioni della francese Gina Pane ai Trademarks dell'americano Vito Acconci, il quale si "autografava" morsicandosi con forza braccia o gambe. Partendo da queste esperienze, l'esposizione propone dodici artisti italiani e stranieri impegnati nell'esplorazione del «tema della soggettività, della fisicità, degli immaginari del corpo sia femminile che maschile», con modalità del tutto diverse e personali.

Dalla serie In pieno sole (1978) di Gabriele Basilico, in cui l'artista immortala una giovane donna quasi bruciata dal sole, si passa al seno tatuato di Hawaii (1975) di David Bailey, dove le esuberanti decorazioni epidermiche si trasformano in una sorta di scrittura. Fino allo sguardo spregiudicato di Leslie Krims che ostenta le curve perfette di donne senza veli, congelandole in posizioni e pose provocatorie, o al Nudogramma (1972) di Flori Neususs che con i suoi scatti sublima le sinuose forme femminili in ectoplasmi indefiniti. In mostra anche le opere di Günter Brus, Maurizio Buscarino, Eugenio Carmi, Carla Cerati, Paolo Gioli, Guido Guidi, Paola Mattioli e Christian Vogt.

Il corpo come linguaggio. Anni Sessanta e Settanta
a cura di Roberta Valtorta
fino all'11 settembre 2011
Museo di Fotografia Contemporanea – Villa Ghirlanda
via Frova 10, Cinisello Balsamo (MI)
Orari: mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 15.00 alle 19.00
sabato e domenica dalle ore 11.00 alle 19.00
Tel. 02 6605661
info@mufoco.org