La chiesa di San Giovanni Evangelista a Gavirate ha voluto riprendere la tradizione di cambiare la pala d’altare secondo il tempo liturgico. Don Maurizio Cantù, prevosto della città, ha accolto con gioia la proposta di Luigi Barion di arricchire la parrocchiale di una nuova tela che raffigura “un Cristo del 2000”.

«Poter esporre quadri nuovi, contemporanei, in una chiesa antica come la nostra è una cosa interessante e molto bella. – sottolinea don Maurizio – Bisogna però stare attenti a non creare un contrasto troppo evidente e a rispettare il luogo per come è stato pensato originariamente».

Matteo Salsano, l’artista, ha fissato sulla tela il momento della salita al cielo: Gesù – vigoroso, pieno di luce, bello – frantuma le pietre del sepolcro, mentre i legionari cadono tramortiti; non è in piedi, secondo la raffigurazione più comune, ma si sta alzando ed è ancora simbolicamente posato sulla terra, in tutta la sua umanità. Lo illumina il candore sacrale del lenzuolo che lo avvolge.

«Quello di Salsano è un “Cristo risorto” particolare. – afferma Barion – Pur allacciandosi a quello che è il Vangelo e alla parte storica, l’artista non si è appoggiato all’iconografia classica e ha raffigurato un Cristo moderno. Ha mantenuto l’aspetto più tradizionale con le pietre spaccate e i centuroni nelle loro divise e ha giocato con i colori mostrando la terra di Israele sullo sfondo».

Salsano – che si è formato pittoricamente lavorando a fianco dell’eclettico Remo Bianco che, a sua volta, era stato vicino a Filippo De Pisis – è consapevole di essersi preso una grande responabilità nel realizzare una Resurrezione.
«Un conto è dipingere in modo istintivo, soprattutto per se stessi. – afferma – Altro è lavorare per un committente, sapendo che l’opera verrà collocata dietro l’altare in una chiesa così importante, edificata nel 1300. E’ stata un’esperienza meravigliosa: ho realizzato la prima bozza che è piaciuta, poi è come se il quadro si fosse dipinto da solo. Il pennello correva sulla tela e il risultato era proprio quello che volevo!».

Barion ricorda con emozione il momento in cui la pala è stata scoperta davanti ai fedeli. «La messa della notte di Pasqua ha una procedura liturgica molto articolata. Inizialmente la chiesa era buia, poi ha iniziato a illuminarsi, lentamente.
Quando don Maurizio ha detto “Il Cristo è risorto” la luce ha mostrato la pala con i suoi colori e la sua bellezza.


E’ stato un momento molto intenso, tra il grande stupore e il piacere dei fedeli! Da allora l’opera è illuminata ed è possibile entrare in San Giovanni in ogni momento della giornata per ammirarla».

 

Chiara Ambrosioni