Spesso si parla di "patto di stabilità", "blocco del turnover", parole che sono entrate nel nostro vocabolario quotidiano, ma cosa significano veramente nell'economia gestionale di un comune?

In che modo provvedimenti di legge di questo tipo possono gravare pesantemente sul normale svolgimento delle attività di un'entità amministrativa e di una comunità tutta?

Abbiamo rivolto queste domande alla dott.ssa Veronica Vittani, Responsabile dell'Ufficio Cultura e dell' Ufficio Relazioni Internazionali del comune di Como.


Dott.ssa Vittani, In che modo il patto di stabilità influisce sull'attività di promozione sociale, culturale e artistica di un comune? "Il patto di stabilità incide fortemente sulle possibilità di spesa generali dell'ente e di conseguenza

 anche sulla promozione di attività culturali ed artistiche, considerato che sinteticamente prevede che una amministrazione possa spendere per la gestione somme che si calcolano mettendo a confronto i bilanci degli anni precedenti e le somme erogate dallo stato, che sono sempre in diminuzione, in modo da contenere le spese e non creare deficit. La legge 122 del 2010 "Riduzione dei costi degli apparati amministrativi" ha, tra le altre, complicato ulteriormente lo scenario culturale italiano con riferimento alla organizzazione di mostre, alle relazioni pubbliche, alla pubblicità ed agli incarichi, fissando nel limite massimo del 20% sulla somma sostenuta nel 2009 per le stesse finalità, le risorse finanziarie a disposizione. Riducendo quindi drasticamente le opportunità per l'Amministrazione di programmazione culturale ed artistica." 

Rispetto alla sua esperienza, in che misura e in che modo il blocco del "turnover" ha influenzato lo svolgimento delle attività all'interno degli uffici comunali? "Il blocco del turnover influenza sicuramente lo svolgimento delle attività dell'ente e con specifico riferimento ai settori che si occupano di cultura, rappresenta un duro colpo alla possibilità di inserire nell'organico personale che abbia i requisiti e la formazione adatti all'ambito, considerato che gli uffici culturali sono sempre stati per certi versi, la destinazione di risorse umane più o meno formate, a cui non si sapeva che collocazione dare. Attualmente il blocco in vigore è dell'80%, che significa che ogni dieci pensionati solo due unità vengono assunte. Anche gli incarichi esterni hanno subito via via negli anni gravi tagli. Nel caso specifico del Comune di Como si evince come il blocco sopradetto, va ad aggiungersi ad uno scenario in cui l'età media del personale impiegato nei settori Cultura, Musei e Biblioteca è intorno ai 50 anni. 

Inoltre, ricordiamo che se i concorsi pubblici sono sempre più rari per le motivazioni sopra addotte, quelli in campo culturale si contano sulle dita di una mano. I giovani formati nell'ambito delle discipline culturali/umanistiche si trovano dunque a doversi cimentare con concorsi prettamente amministrativi, nella speranza di entrare nell'ente e magari potersi occupare in parte delle materie studiate."

In quanta parte il Comune di Como ha investito e intende farlo in ottica futura, nella riqualificazione dei luoghi cittadini, anche attraverso la creazione di spazi dedicati agli eventi artistici e culturali in senso lato? "Il Comune di Como ha sempre sostenuto la scelta culturale-artistica come via per la riqualificazione degli spazi della città, questo attraverso sia il sostegno ai giovani artisti, uno per tutti il caso del wall-paint di Fabrizio Musa, il concorso d'arte giovane CO.CO.CO, il partenariato con associazioni del territorio per la valorizzazione di sedi culturali come l'ex-Chiostrino di Sant'Eufemia, la collaborazione con la piattaforma comON e molte altre. Inoltre, come azione per il prossimo futuro, nel quadro dell'adesione di Como al circuito nazionale di arte giovane GAI vi è un progetto, a cui molte città italiane hanno già aderito, e che vede proprio l'arte al servizio della riqualificazione urbana di edifici storici e/o spazi in disuso."