Disegni, incisioni, litografie, libri d'artista compongono la personale "Il verbo incerto del tempo", a cura di Roberto Borghi, Silvia Ceffa e Marisa Pogliago, quale omaggio agli ottant'anni di William Xerra, da poco compiuti, in un percorso lungo sei decenni con le prime opere datate anni '50, sino all'ultimo incantevole libro d'artista composto durante il gennaio appena trascorso.
Il connubio tra pittura e parola ha, in più occasioni, distinto i lavori del Maestro, a partire dagli anni '70, quando la scritta "Vive", ispirata a un logo di natura tipografica, percorse una serie di opere che nel tempo videro rarefarsi trame e colore per lasciare assoluta preminenza a quella che divenne una parola simbolo.
Il passaggio successivo fu "Io mento"; negazione provocatoria a testimonianza di una ricerca che a detta dell'artista non raggiungeva le aspirazioni da lui sperate.
In realtà scorrendo le opere, alcune di grande formato mai esposte, presenti nel suo studio strutturato su tre piani, avvolto dalle colline piacentine, si può comprendere come il lavoro di Xerra abbia raggiunto apici estetici e di pensiero di raffinata e profonda sintesi spirituale.
Nelle opere in mostra presso lo Spazio Originale a Milano, appare chiaro come la parola unita alla pittura, non sia stata per Xerra, considerato uno dei maggiori esponenti della pittura visiva nazionale e europea sotto la giuda di Pierre Restany, esclusivamente una sua personale questione, ma si è unito in collaborazioni con poeti del calibro Valentino Zeichen, Paul Vangelisti, Maurizio Cucchi, Italo Testa e Patrizia Valduga, a dire come abbia saputo, in più decenni, esprimere poesia per mezzo della pittura e pittura attraverso la poesia.
William Xerra – "Il verbo incerto del tempo"
Milano – Lo Spazio Originale, Via Luigi Rossari 5
Fino al 25 febbraio
Orario: mercoledì-venerdì 15-19