Veduta della mostra: in primo piano l’opera di CarbottaVeduta della mostra: in primo piano
l'opera di Carbotta

Alcuni camminano nella pioggia, altri semplicemente si bagnano. Questa frase di Roger Miller si aggiunge alle parole di Yona Friedman e a quelle di Georges Perec come titolo del terzo quarto della mostra che, come un organismo vivente, sta crescendo negli spazi dell'Hangar Bicocca. Come ha spiegato Chiara Bertola rappresenta "un'indicazione d'atmosfera, un'accensione, una direzione": è un invito a camminare senza protezioni e a lasciarsi coinvolgere. Alle opere già esposte, che vanno via via modificandosi sia a causa della loro deperibilità sia per l'intervento degli stessi artisti, si aggiungono i nuovi lavori di Massimo Bartolini, Ludovica Carbotta, Marcellvs L. e Franz West.

"Il ponteggio è un'architettura prima dell'architettura, è un'apertura, è il cilindro del prestigiatore", così Bartolini descrive Bars (future as it was once), l'installazione realizzata per Terre Vulnerabili che prosegue una linea di ricerca avviata negli ultimi anni. A prima vista sembra un'impalcatura dimenticata durante l'allestimento della mostra, ma avvicinandosi ci si accorge che è sospesa da terra e appesa al soffitto: struttura vulnerabile e instabile, ma anche via di fuga verso il cielo. Verso l'alto tende anche Scala reale di Ludovica Carbotta, che può ricordare i progetti dei costruttivisti russi, ma è in realtà la visualizzazione di una "scalata" compiuta dall'artista costruendo la sua stessa opera. Più legata alle corde di un forte impatto visivo ed emotivo, per i colori accesi e le grandi dimensioni, è Drei – Vom Vorgang ins Temperament di Franz West. La vivacità dei gialli, dei rosa e degli

Morgantin, Vite salvate, 2011Morgantin, Vite complete, 2011

azzurri e la pennellata istintiva sembrano fare da contraltare alla drammaticità delle torri di Kiefer, ma trasmettono più che gioia, un senso di impotenza, disagio e di vuoto eccesso. Con gli spazi dell'Hangar si relaziona anche Klavierwellen, l'installazione sonora di Marcellvs L., che registra il trasporto di un pianoforte a coda lungo i canali della laguna di Venezia.

Relazioni. Le opere già esposte si modificano vicendevolmente e ospitano sulla loro pelle i lavori di altri artisti: la base in gesso dell'opera Feld di Christiane Löhr diventa in questa fase il terreno di lavoro di Elisabetta Di Maggio, che ha inciso forme che richiamano mappe stradali di ignote città ma anche ingrandimenti di microrganismi; la casa-labirinto Ville spatiale pour artistes di Yona Friedman, che ha acquistato un secondo piano, si arricchisce con la frase ricamata da Adele Prosdocimi L'opera esiste e continua a vivere dentro chi l'ha vista e con il disegno di Margherita Morgantin ripreso da una fotografia della strage di civili avvenuta a Gaza il 28 dicembre 2008, che si relaziona drammaticamente con un altro lavoro dell'artista, il ready-made Vite complete.
La grotta in cera di Invernomuto inizia a sciogliersi, la scultura di Alice Cattaneo assume una nuova configurazione, mentre le opere di Nico Vascellari, Carlos Garaicoa e Geltin trovano una nuova collocazione all'interno dell'Hangar e una nuova dimensione di lettura.


Alcuni camminano nella pioggia, altri semplicemente si bagnano
Terza mostra del progetto Terre vulnerabili – a growing exhibition

Milano, Hangar Bicocca, Via Chiese 2
Dal 10 marzo al 11 aprile 2011
Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, giovedì dalle 14.30 fino alle 22.00
lunedì chiuso
a cura di Chiara Bertola e Andrea Lissoni
Per ulteriori informazioni: www.hangarbicocca.it