Disegno dell'OltrepòDisegno dell'Oltrepò

L'autriceMarina Cavallera è docente di Storia delle Istituzioni politiche e amministrative presso l'Università degli Studi di Milano. Insegna, inoltre, nel Corso di Laurea Specialistica in Storia del Mondo Contemporaneo "Storia dei movimenti di popolazione". Consolidata è la sua collaborazione ai progetti di ricerca a carattere nazionale e internazionale. Nell'ottobre del 2007 ha partecipato al Convegno di studi: "Il San Gottardo: dalle gallerie di Favre all'Alp Transit". E' membro del direttivo del Centro Interdipartimentale di Storia della Svizzera "Bruno Caizzi". Tra le sue recenti pubblicazioni sono: "Area di strada e uso dei confini. L'esempio del territorio insubrico in Antico Regime" in "Via terra/Per vie di terra. Uso dei confini, giurisdizioni e transiti tra Milanese, Piemonte e Genovesato di Antico Regime", a cura di A. Torre, (Milano 2007) e "Il cioccolato. Industria, mercato e società in Italia e Svizzera (XVIII-XX sec.)" (Milano 2007).

Così scriveva Marc Bloch all'inizio degli anni '40: "I testi o i documenti, anche se fossero i più chiari a prima vista e i più facili da interpretare, non parlano se non quando li si sappia interrogare". Quali sono gli aspetti metodologici che hanno guidato questa sua ricerca?
"Questo libro nasce da un rinnovato interesse per la dimensione spaziale e indiscutibili sono i nessi tra la storia e la geografia attorno ai quali già all'inizio del secolo passato il grande storico francese era intervenuto. Ma nell'analisi dei plurisecolari fenomeni di transito di uomini e merci che ho affrontato, molte altre ancora sono le suggestioni. Si tratta di un interesse che ora si lega alle nuove problematiche della geo-politica e a temi che da qualche anno sollecitano l'interesse dei contemporanei. Con il gruppo di ricercatori che ho coordinato per la realizzazione del volume, ci si è chiesti: quando nascono e che cosa determinano i confini? Quali concezioni di spazio e di distanza venivano visualizzati nella cartografia storica? Anche la scelta dell'impaginazione è stata molto curata: abbiamo voluto che il testo accompagnasse le immagini commentate; in questo modo testo e immagine procedono di pari passo nel racconto della Storia. Il libro è stato ben accolto anche dalla comunità di ricercatori dediti a problematiche geografiche e politiche per l'attualità di molte tematiche sulle quali vale la pena di tornare a discutere. Parlare di strade, infatti, significa guardare ad una molteplicità e ad una varietà di rappresentazioni che ci obbligano a riconsiderare l'idea stessa di frontiera e di confine".

Mappa del mondo in un'antica miniaturaMappa del mondo in un'antica miniatura

Uno degli obiettivi del programma di indagine è stato quello di cogliere e interpretare il linguaggio cartografico. Quali strumenti vi hanno permesso di "far parlare" i documenti?
"Ho fortemente voluto che ogni collaboratore sviluppasse la ricerca secondo particolari competenze acquisite, secondo la metodologia appresa nelle diverse scuole di specializzazione. La trascrizione per immagini delle cognizioni geografiche risponde a codici di comunicazione precisi. Solo con un'interpretazione corretta è stato possibile restituire ai documenti una dinamicità e un rilievo straordinari. Il volume, infatti, presenta diversi "medaglioni" esemplificativi di problematiche e di momenti storici. Tutti insieme, questi medaglioni forniscono il racconto di una casistica di fatti concreti, di aspetti di vita e realtà materiali".

Dalla lettura all'interpretazione dei dati: come la carta aiuta a conservare la memoria attraverso mezzi grafici e artistici?
"Il libro, anche per la mole e la qualità di dati messi sul campo, si presta a molteplici letture. Molte delle carte – spesso inedite – contenute nel volume sono interessanti anche dal punto di vista estetico e della perizia grafica. Desidero ribadire però che ogni rappresentazione della Terra nasce da un'esperienza diretta, da un racconto, da un disegno e che bellezza e ricchezza decorativa non sono solo elementi estrinseci o di apparato, ma costituiscono il supporto strutturale della ricerca storica e sono volte alla ricostruzione di committenze, paesaggi, situazioni di vita concreta.

Veduta Ponte Reale di Genova, 1769 ca.Veduta Ponte Reale di Genova, 1769 ca.

Ogni carta geografica costituisce un "patrimonio di famiglia". Ciò che più contava nelle mappe del mondo medievale era la rappresentazione simbolica del mondo. Quanto di questa componente simbolica permane nelle rappresentazioni di epoca moderna?
La cartografia comunica molto di più rispetto alle sue scoperte intenzioni e alcune componenti simboliche sono presenti anche nelle carte dell'epoca moderna, come nel caso, ad esempio del territorio di Felizzano nel Monferrato. Mi sembra corretto affermare che ogni carta geografica sia un riflesso della civiltà e della cultura che l'ha prodotta e ne rispecchi i valori. A cavallo tra XVII e XVIII secolo, le mappe divengono strumento per una più puntuale e sistematica conoscenza del territorio e acquisiscono maggiore scientificità. Per i sovrani la carta rappresentava sia lo strumento della registrazione, sia quello del controllo che essi esercitavano. Alla questione della viabilità e dei trasporti, gli organismi di governo non mancarono mai di prestare attenzione. Ed è proprio l'uso che il potere fa della cartografia, insieme alle nuove conquiste scientifiche, a farla progredire significativamente in epoca moderna.