Fare intendere a chi ha vissuto le sale cinematografiche parrocchiali e pubbliche composte da platea e galleria che le multisale rappresentino l'eccellenza in quanto prima della proiezione è possibile consumare bibite gasate, dolciumi vari, pop corn e affini e una volta iniziata la proiezione le luci rimangono soffuse con l'obbligo si occupare un posto contrassegnato, è come asserire che un vino in confezioni di cartonata possa competere con un Ghemme riserva rosso.
A ricordarci come erano e cosa è rimasto delle vecchie sale cinematografiche, sono gli acquarelli di Saverino Salvemini, nella personale "Fantasmi urbani", in corso presso la Galleria Nuages a Milano.
Economista e ordinario all'Università Bocconi, Salvemini, classe 1950, cura sul magazine Sette del Corriere della Sera la rubrica "Le liste degli altri", sulla musica preferita dei personaggi illustri e con il critico cinematografico Gianni Canova, dialoga su Economia & Management sul rapporto tra cinema e economia.
Nelle 52 opere esposte, il cui ricavato della vendita finanzierà l'Associazione CAF ( Centro di aiuto ai minori e alle famiglie in crisi), si coglie la malinconia poetica di luoghi dimenticati con insegne corrose dalla ruggine, la cui scomparsa rimanda ad un periodo storico compreso tra il ventennio fascista e gli anni del boom.
Dopodiché con silenti addii, le une dopo le altre, le sale cinematografiche hanno serrato porte e abbassato saracinesche.
Di quelle insegne con nomi altisonanti quali Impero, Arcadia, Rex, Italia, quasi nulla è rimasto.
Salvemini con affettuoso sguardo, ha descritto quel mondo facendone emergere proustianamente le atmosfere irripetibili di luoghi dove il buio in sala era totale percorso dal fascio di luce, sagomato dal fumo di sigarette, che dalla cabina di proiezione irradiava lo schermo e a fronte di scene spettacolari si alzavano partecipati commenti corali.
Severino Salvemini – "Fantasmi urbani"
Milano Galleria Nuages, via del Lauro 10
Fino al 13 maggio
Orari: martedì-venerdì 14-19; sabato 10-13/14-19