Ci sono voluti nove anni. Ci sono voluti prima la utopistica visionarietà di Marcello Morandini, ex presidente del Museo Internazionale del Design Internazionale della Ceramica di Cerro di Laveno.

C'è voluta la tenacia realistica di Renata Castelli sua attuale erede al timone dell'istituzione lavenese. Ma dopo così lungo tempo, il progetto vede la luce. Il celebre Catalogo Paglia viene presentato in copia anastica in una versione da collezione per gli appassionati della ceramica ed evidentemente non solo; per gli amanti del design, del decor, per i cultori della stessa ragion d'essere dell'economia di quella città.

Federico Paglia (1878 – 1954) lo realizzò tra il 1916 e il 1932. Era entrato nella S.C.I. nell'ultimo decennio del XIX secolo e dopo quasi venticinque anni di attività, divenuto responsabile del reparto decorazione, mette mano alla sua Cappella Sistina, realizzando in 16 anni un catalogo contenente 1561 modelli decorati: quanto allora si andava facendo, elaborando, studiando e creando in quella straordinaria fucina di pensiero, creatività, e manualità che era la Manifattura lavenese. Un vero e proprio capolavoro di ordine mentale e grafico, di catalogazione, di precisione archivistica. Ma sopratutto un prezioso documento che testimonia il rapporto stretto tra decoratore e artista.

416 pagine, 1600 immagini a colori, copertina cartonata, custodia. Cinquecento copie numerate e firmate. Dovevano essere mille secondo il progetto originario, si sono fatti quadrare meglio i conti. D'altra parte proprio i conti hanno frenato anni fa il progetto Morandini.

Allora occorreva far cassa con la vendita dei volumi. Da allora sono cambiate alcune cose. Non ultima, il cambio dell'amministrazione che ha fatto del rilancio del Museo – e le celebrazioni del 150° anniversario di fondazione delle ceramiche lavenesi lo dimostrano – una chiave del proprio operato.

Merito va anche al contributo fondamentale fornito dall'Azienda Speciale Farmacie Comunali che hanno interamente coperto le spese. Il prezioso catalogo, insomma, non dovrà affannosamente essere venduto. Sarà un lussuoso biglietto da visita al Museo, un cadeaux per ospiti illustri, un acquisto, magari con qualche sopportabile sacrificio, per acquirenti illuminati.