Esterno chiesaEsterno chiesa

Non accade tutti i giorni – Grazie alla volontà, alla fede e alla generosità di molti la Chiesa dell'Ospedale dedicata alla "Visitazione di Maria" è stata benedetta con la prima Santa Messa celebrata da sua Eccellenza Monsignor Luigi Stucchi, Vicario episcopale di Varese, lo scorso 8 dicembre. La primissima idea di dotare l'Ospedale di una Chiesa nacque vent'anni fa, quando il padiglione che accoglieva l'originale chiesetta del Sacro Cuore, sorta con l'ospedale stesso agli inizi del Novecento, crollò, travolgendola completamente. Nel frattempo, ciò che doveva rimanere una Cappella temporanea, ossia quella allestita in uno spazio secondario dell'ospedale, esercitò la sua funzione religiosa all'interno del presidio per vent'anni. Nel 2004 il comitato presieduto da Ferdinando Lucioni, ex primario del reparto di Medicina del "Galmarini", insieme a tredici associazioni di volontariato del territorio, ha dato impulso, finalmente fattivo, al progetto vero e proprio della nuova Chiesa per l'Ospedale con il risultato concreto della sua realizzazione. In tal modo gli ammalati e chi occasionalmente si reca nell'ospedale tradatese, riferimento per un ampio bacino di utenza, può trovare conforto nella visita della chiesetta.

L'ottagono e la rinascita – Il progetto esecutivo è stato affidato agli architetti Guglielmo e Tea Giani, che hanno considerato lo spazio disponibile per l'edificazione della struttura e quindi optato per la pianta tipica dei battisteri, caratterizzata dall'ottagono. Infatti, l'ottavo giorno della creazione è il giorno della resurrezione di Gesù Cristo e l'inizio di una nuova era del mondo.
L'edificio si caratterizza dall'utilizzo del mattone rosso a vista, richiamo fedele alla tradizione romanica lombarda, scandito dalle otto lesene in materiale grezzo di colore grigio chiaro che ritmano le pareti e gli spicchi della sovrastante cupola geometrica dello stesso materiale delle lesene. Al centro si trova un lucernario realizzato in vetro e rame dal quale la sala centrale della chiesa viene innondata dalla luce insieme a quella che proviene da una fila di finestre a nastro, che incornicia l'intero perimetro del tamburo, identificabile nella parte alta dell'edificio e che sorregge la copertura poligonale. Da un lato della chiesetta tre pareti creano un gioco chiaroscurale nell'insieme architettonico geometricamente ordinato, perché vi sono tre arcate che accolgono l'ingresso dall'esterno del complesso ospedaliero con la lieve inclinazione per permette a tutti di entrarvi senza alcuna difficoltà o barriera architettonica. La chiesa può accogliere centodieci posti per i fedeli.

Particolare figurazione sulla steleParticolare figurazione sulla stele

L'arredo – E' ancora scarno, anche se l'ingresso interno, verso il padiglione della Medicina, è caratterizzato da una semplice porta in legno sulla quale è stata posta una stele in bronzo la cui destinazione originaria sarebbe stata la chiesa di S.Anna nel rione Ceppine e che invece qui ha trovato la sua ideale collocazione. Vi è raffigurata la nascita di Gesù Bambino e più sotto l'episodio di Gesù con la samaritana alla fonte di Giacobbe, raccontati con linee e forme semplici e armoniose. Il materiale di cui è fatta la stele non è stato lucidato e si confonde con la calda impressione del legno che istintivamente si fa toccare per poi accorgersi immediatamente dell' apparente inganno. Nella parete alle spalle dell'altare vi è un Crocefisso del Cinquecento, la cui croce in legno andata perduta, è stata sostituita con una trasparente in vetro, che dà un effetto particolare, in quanto Gesù Crocefisso sembra sospeso nello spazio, a prefigurare, quasi, l'imminente resurrezione e quindi speranza da riporre in lui.

Non è ancora completa – La Chiesa dell'Ospedale ha bisogno di essere completata, manca ancora la Via Crucis, qualche richiamo specifico e visibile a "La Visitazione di Maria ad Elisabetta" a cui è dedicata e tante altre piccole cose materiali, mediante le quali, se toccate dalla bellezza che l'arte talvolta regala, possono aiutare a dare conforto nel dolore e ad instillare speranza nell'amore di Dio verso l'uomo e dell'uomo verso il suo prossimo.