L'ara riscopertaL'ara riscoperta

Ritrovamento inaspettato – Conosciuta dagli studiosi, ma solo attraverso le fonti scritte. Un'ara romana risalente al primo secolo dopo Cristo è stata scoperta lo scorso aprile in un giardino privato a Gornate Olona: un ritrovamento, non del tutto casuale, che arricchisce il patrimonio archeologico dell'area del Seprio. La professoressa Maria Vittoria Antico Gallina, docente di topografia antica della Cattolica di Milano, che si sta occupando degli studi sul reperto e Angela Surace, sovrintendente e direttore degli scavi del parco archeologico di Castelseprio, hanno tenuto una conferenza sabato 20 dicembre presso il comune di Gornate illustrando la scoperta. "E' stata una giornata di studio molto interessante" ha detto la dottoressa Surace, "un momento di confronto e un'occasione di approfondimento sulla storia del Seprio". Presenti anche i due responsabili del ritrovamento: il professor Alessandro Deiana e l'architetto Giorgio De Cesare, due appassionati di storia locale, che avevano deciso di ripercorrere le antiche strade del territorio sulle tracce di testimonianze romane. La loro passione e la loro acutezza hanno permesso di ritrovare quest'importante testimonianza, dando ulteriore conferma di quanto ancora vi sia da scoprire in quest'area.

L'araL'ara

Proseguono le indagini – Un blocco di granito di circa un metro che veniva utilizzato come panchina si è rivelato un reperto archeologico di grande valore. Una scoperta che ha colto di sorpresa i proprietari di casa, la famiglia Cazzani, che ha sempre usato questo grosso masso come sedile senza nemmeno immaginare la sua austera importanza. I Cazzani hanno subito deciso di donare l'ara al comune di Castelseprio che l'ha provvisoriamente esposta presso una sala della biblioteca. Nel frattempo continuano gli studi della professoressa Gallina; "non sono ancora conclusi gli studi" continua la Surace, "si tratta con tutta probabilità di una vecchia ara attestata dai nostri strumenti di lavoro. Risultava infatti iscritta tra i reperti, ma se ne era persa ogni traccia". L'ultimo documento risale a circa cento anni fa, ma l'iscrizione, una dedica al Dio Mercurio, che compare nitida sul blocco di pietra è stata scoperta solo la scorsa primavera, fino ad allora l'ara non era mai stata girata. L'epigrafe intitolata al protettore dei viandanti e del commercio riporte anche il nome del committente, tale Victullienus Restitutus. Le buone notizie non mancano per l'area del Seprio mentre prosegue anche il suo iter verso l'inserimento nella lista Unesco.