La copertina del libroLa copertina del libro

Saper vedere – Come in tutte le cose, per comprendere qualcosa nella sua complessità, tale finchè non la si conosce, occorre: prima guardare, guardare con attenzione, per poi vedere, e comprendere, ciò che si osserva. E' ciò che ha fatto il professor Silvano Colombo, che ha visto prima di noi e ci rende partecipi di ciò che ha visto e compreso con il suo libro "Occhio al Barocco". La presentazione del suo libro, che ha tenuto la sera del 6 marzo a Tradate, ha aperto gli occhi, di chi ascoltava, sulla presenza viva e frequente, nella città di Varese, dello stile Barocco, che fa parte del nostro quotidiano visivo "…ma si può dire la stessa cosa per Busto Arsizio o Gallarate…" aggiunge il professore.

Sfatare i luoghi comuni – Il Barocco è uno stile capriccioso ed esuberante: primo luogo comune. Il Barocco è uno stile superficiale, che suggerisce la leggerezza dell'essere e del sentire: secondo luogo comune. Il Barocco è tutt'altro: esprime uno stile fatto di movimento dinamico nello spazio colto nell'istante esatto della sua ‘metamorfosi' in quello, che immediatamente lo segue. Come effetto può suscitare un senso di instabilità e precario equilibrio, ma ciò è proprio l'elemento costante e sostanziale del suo significato più profondo.
Tutta colpa di Bernini: il suo straordinario talento artistico e la sua meravigliosa sensibilità seppe percepire e tradurre in scultura tale ‘istante' ed esemplare in ciò, è il suo capolavoro di Villa Borghese a Roma, Apollo e Dafne. Mentre si ‘guarda' la scultura, si ‘vede' l'istante esatto, in cui Dafne inizia a trasformarsi in pianta di alloro e il tutto è tradotto in un'instabile armonia, fatta di movimento che non trova quiete, tanto da essere noi stessi coinvolti e costretti a girare intorno alla scultura per afferrare l'istante. Questo è il Barocco, ma non basta, c'è qualcosa in più, che sfata il secondo luogo comune, ossia la capacità di tradurre quel preciso istante di mutamento da una condizione ad un'altra, permise a Bernini, e a molti altri artisti, dopo di lui, di esprimere la profondità delle emozioni. Proprio con l'attenta osservazione degli effetti delle emozioni nello spazio, nei corpi scolpiti, nei colori dipinti, nello studio della luce, che colpisce la superficie della materia, le emozioni affiorano incredibilmente protagoniste in tutte le forme espressive di questo periodo artistico.

Un momento della presentazioneUn momento della presentazione

La prova del nove – In un certo senso la prova del nove è costituita dal libro di Silvano Colombo, che riporta dei confronti concreti, calati nel nostro territorio. Allora, invece di recarci a Roma, culla privilegiata del Barocco, potremmo uscire di casa e con occhio attento e ormai libero da qualsiasi pregiudizio salire a piedi la via del Sacro Monte di Varese. Una sosta più lunga davanti alla sesta oppure alla decima Cappella potrebbero emozionarci e svelarci, finalmente, ciò che prima non si vedeva, il Barocco a casa nostra. Vedere il filo diretto, che ha unito artisti come Francesco Silva, il Maderno, Fontana e Borromini, con le opere del Bernini, riproposte e reinterpretate fedelmente nello stile Barocco con maestria e presenti nelle nostre chiese, palazzi, ville, Sacri Monti, dovrebbe far riflettere sulla ricchezza artistica presente sotto i nostri occhi, spesso assai distratti.

Il problema – "Il problema è, che tutto ciò, non si conosce e spesso, il potenziale artistico presente sotto i nostri occhi, non lo si percepisce nemmeno" dice Silvano Colombo "Ciò, che ora, mi preme di più, è divulgare. Occorre far conoscere la ricchezza artistica presente nella nostra provincia: con la speranza di aumentare la sensibilità e la consapevolezza verso di essa e possa essere valorizzata e tutelata il meglio possibile".
I progetti imminenti per Silvano Colombo sono prossimamente curare l'arrivo di una tela di Caravaggio che sarà in mostra il 18 aprile presso Villa Mirabello a Varese e alla richiesta di esprimere una opinione sul progetto di creare i cinque Misteri di luce sul Sacro Monte di Varese, la risposta ben motivata, sia con ragioni storico-artistiche, sia con ragioni di evidente natura logistica di collocazione delle nuove Cappelle, è ‘perentoriamente' non favorevole…ma questa è un'altra storia.