Regnò solo un decennio, troppo poco per lasciare tracce consistenti di sé, e morì all’età di diciotto anni, troppo giovane per dare prova di doti guerriere o amministrative. Circondato da un fitto alone di mistero, Tutankhamon è uno dei personaggi più amati della storia. Noto come il faraone bambino, deve la fama mondiale alla scoperta della sua tomba, nella Valle dei Re, trovata praticamente inviolata.

Negli spazi del Museo Castiglioni di Varese, una regia spettacolare prepara il colpo di scena di una delle più grandi avventure dell’archeologia.

L’obiettivo della mostra è quello di far conoscere l’Egitto del Nuovo Regno attraverso il racconto della scoperta della tomba di Tutankhamon, la fedele ricostruzione della sua camera funeraria a scala reale e mostrando la vita del popolo egizio di quell’epoca.

Nelle sale interne del Museo destinate alla mostra verranno affrontati due aspetti della civiltà dell’antico Egitto: manufatti, arte plastica, strumenti di uso quotidiano e oggetti di popolazioni africane che hanno mantenuto, fino a pochi decenni fa, abitudini di vita, usanze e utensili rimasti inalterati nel corso dei millenni. Per l’occasione è stato realizzato anche un filmato, dalla grande valenza didattica, con il materiale storico girato dai fratelli Castiglioni negli anni ’60, ’70 e ’80 che raffronta le pitture parietali egizie con lo stile di vita delle popolazioni africane.

La riproduzione della camera funeraria di Tutankhamon e di alcuni oggetti ritrovati nella tomba, il racconto del complesso rito funebre dell’Egitto faraonico, lo studio di Howard Carter, l’archeologo scopritore della tomba del “Faraone bambino” e le fotografie d’epoca della storica scoperta.

La realizzazione della tomba a grandezza naturale e delle sue splendide pitture è stata possibile grazie ad un attento esame del materiale fotografico relativo alla struttura e alle decorazioni della tomba fornite dai fotografi Giacomo Lovera e Sandro Vannini. Gianni Moro, lo stesso autore della tomba di Pashed, ha quindi progettato e realizzato una struttura portante in materiale ligneo, rivestita nelle pareti interne da un intonaco innovativo sulla cui superficie è stato applicato il ciclo pittorico.

Per la parte relativa al soffitto della camera funeraria sono state prese in considerazione le fotografie scattate da Howard Carter al momento della scoperta, le quali mettevano in evidenza le irregolarità della superficie e i danni causati dal trascorrere del tempo e non quelle eseguite dopo gli integrativi restauri di consolidamento. Questo perché la ricostruzione doveva essere la fedelissima copia dell’originale così come è stata scoperta dall’archeologo inglese nel 1922. Per la realizzazione sono stati necessari 3 anni di studi e progetti e uno per la costruzione.

Il tutto è stato possibile grazie al contributo scientifico dei Professori Alessandro Roccati (Università di Torino e della Sapienza di Roma), Emanuele Ciampini (Università Ca’ Foscari di Venezia), Paola Zanovello (Università degli Studi di Padova). La mostra dedicata a Tutankhamon, in una versione incentrata sull’influenza che l’arte egizia ha avuto su quella contemporanea, è stata presentata per la prima volta presso il Museo Eno Bellis di Oderzo riscuotendo un grande successo come si evince dalla rassegna stampa allegata.