Leonardo torna a far parlare di sé. E lo fa attraverso una piccola opera in bronzo, intitolata "Horse and Rider", che un esperto di studi leonardeschi, Carlo Pedretti, ha attribuito al genio Vinciano fin dal 1985 e che il prof. Ernesto Solari, che ne cura la mostra, convalida, portando ulteriori prove.
Ma di cosa stiamo parlando? Di un modello in cera che raffigura il Governatore francese di Milano Charles d'Amboise a cavallo, datato tra il 1508 e il 1511, dal quale avrebbe dovuto essere realizzato un monumento da sistemare nella grandiosa villa di quest'ultimo. Cosa che non avvenne perché Charles d'Amboise morì di peste durante una battaglia nel 1511.
Il modello in cera subì numerose traversie. Leonardo lo lasciò, insieme ad altre sue opere, a Francesco Melzi, rimase nella villa di Vaprio d'Adda fino agli inizi del XX secolo, poi passò alla collezione Sangiorgi di Roma, indi venduta a un collezionista sconosciuto che la portò all'estero. Nel frattempo, il modello (la cera d'api è delicatissima) aveva subito diversi danni: la perdita delle mani e dei piedi del cavaliere, le orecchie e la zampa anteriore sinistra del cavallo.
Nel 1985, il proprietario divenne David Nickerson, che, per preservarne l'integrità, ne fece un calco in lattice, una pellicola sensibilissima in grado di fornire una riproduzione perfetta dell'opera, tanto da rilevare persino le impronte digitali di chi l'ha lavorata.
Il modello in cera, come già detto, venne esaminato dal prof. Pedretti che attribuì l'opera a Leonardo, riconoscendo nelle fattezze del cavaliere quelle di Charles d'Amboise. Da quel calco in lattice è stato realizzato nel 2011 il modellino in bronzo – quello che vedremo a Milano -da Richard Lewis, che ne aveva acquistato lo stampo, venduto poi all'attuale proprietario Silverpoint Holdings LLC.
Il prof. Ernesto Solari, che ha scritto un agile libretto in cui racconta la sua attività di indagine, parte dal concetto che Leonardo sia stato anche scultore, sebbene, come noto, avesse spesso sottolineato il primato della pittura – arte più difficile perché l'Artista deve creare il rilievo che la scultura già possiede.

D'altro canto, Leonardo era figlio di un orciaiolo e praticò fin da giovane l'arte della maiolica modellata in cera e terra.
Solari non si limita a questo. Introduce elementi nuovi che confermerebbero la paternità dell'opera di Leonardo: la presenza di una sigla (L maiuscola e V rovesciata), stessa sigla trovata anche nell'altra opera che verrà esposta nella mostra del 25 novembre prossimo a Milano, cioè la "Testicciola di terra", opera particolare per l'ambiguità espressiva (se la si guarda da un lato il viso sembra triste, dall'altro sereno), anch'essa, secondo lo studioso, attribuibile a Leonardo. Sigla, peraltro, ritrovata anche in un codice leonardesco sugli studi delle libellule.
I dubbi sull'attribuzione dell'opera
Ma "Horse and Rider" è davvero opera di Leonardo? Molto meno convinti sembrano i critici più accreditati. Stiamo parlando, ad esempio, di Vittorio Sgarbi e di Pietro Marani che si sono mostrati assai cauti nel giudizio. Anche lo storico Franco Cardini, presente all'incontro con Solari, ha espresso alcuni dubbi, non tanto per l'aspetto artistico quanto per quello storico, essendo esperto di cavalleria medioevale.

Anche lui concorda sul fatto che il viso del cavaliere sia molto simile a quello di Charles d'Amboise, visto il confronto con altri ritratti miniati del governatore di Milano. La sua postura farebbe, al contrario, sorgere qualche dubbio. Il cavallo sembra spaventato, quasi a volersi liberare del cavaliere, sgroppa, si impenna alla rovescia, mentre il cavaliere ha una espressione serena, con gli occhi chiusi, non coerente con quanto gli sta accadendo.

Cardini ipotizza, allora, che possa trattarsi piuttosto di un monumento funebre, inteso cristianamente: il cavallo nero che porta agli inferi, in un terreno in declivio e scivoloso, confermato dalla mano del cavaliere che non tiene le briglie in un momento tanto delicato ma è posta sul cuore in segno di commiato. Cardini in più ha intravisto sulla coscia del cavaliere la cosiddetta "conchiglia di Santiago", simbolo dell'ultimo viaggio terreno.
Quindi, un'opera forse realizzata per la morte di Charles d'Amboise e non come monumento in suo onore da esporre nella sua villa da vivo.

La verità, come dice ancora Cardini, sull'attribuzione di quest'opera non verremo mai a saperla con certezza.
E' noto lo scetticismo dello storico medievista che tra l'altro ha voluto definire, con la solita graffiante ironia fiorentina, la storia di ogni tempo, anche quella più vicina a noi, come una sorta di formaggio "gruviera" pieno di buchi, che, per vari motivi, più o meno intenzionali, spesso prevalgono sui pieni.

La Mostra, comunque, è un evento interessante e curioso da non perdere. Il fascino di Leonardo da Vinci e del suo genio, che sia o meno lui l'autore della scultura, agisce sempre come formidabile catalizzatore di attenzione nei confronti del pubblico.

LEONARDO SCULTORE – HORSE AND RIDER
Institut Francais, Palazzo delle Stelline, corso Magenta 63, Milano
25 novembre – 23 dicembre 2016
Orari di apertura: martedì-domenica, 10-19