I dipinti erano pressochè illeggibili, con ampie zone coperte da uno scialbo di calce. Nelle vele della volta, divisa da costoloni, era il Cristo in mandorla e i Dottori della Chiesa. I costoloni presentano una decorazione a ventaglietti festonati abbastanza diffusa in area varesina nella seconda metà del Quattrocento sia in edifici ecclesiastici che privati.

Sulla parete nord e sud si intravedono resti di una elaborata struttura architettonica seriale arricchita da cuspidi e fastigi in stile gotico, che racchidono un motivo a conchiglia centrale di sfondo. Il numero delle colonnine individua dodici nicchie entro le quali è possibile pensare che fossero raffigurati i dodici Apostoli. Sulla parete sud è visibile un frammento di Santo che regge un cartiglio con veste riccamente decorata a damasco con motivi floreali.

Si lavora alacremente sui ponteggi issati nell'abside della chiesa di Sant'Imerio, anticamente dedicata a San Michele, fondata nell'XI secolo nella castellanza di Bosto.
Lucio Mattaini, del Comitato Restauro S. Imerio, commenta con soddisfazione l'opera: "Dopo il restauro degli anni '70 volevamo concretizzare l'idea di riscoprire gli affreschi dell'abside. Quindi abbiamo incominciato in parrocchia a pensare come interagire e siamo riusciti a trovare una parte di sovvenzioni da parte delle banche e delle istituzioni, quindi a questo punto abbiamo colto l'occasione per partire coi lavori. Hanno contribuito Ubi Banca, Fondazione Comunitaria del Varesotto e BCC. Nonostante i tempi difficili sono riusciti a darci quasi completamente la cifra legata al restauro, e devo dire che il risultato sicuramente c'è perchè abbiamo scoperto molti particolari che si pensava scomparsi".
Ad illustrarci le prime novità emerse la restauratrice MariaLuisa Lucini: "Le problematiche erano diverse, negli anni passati c'erano state infiltrazioni d'acqua che erano state risolte con il restauro architettonico compiuto dagli architetti Villa e Segre a cavallo anni '80, e che avevano danneggiato gli affreschi , soprattutto quelli sul lato sinistro. C'erano già stati precedenti interventi di restauro negli anni '30, in seguito al ritrovamento del sarcofago di sant'Imerio, ma già nelle antiche Visite Pastorali si parlava di affreschi molto rovinati.
Quando siamo intervenuti abbiamo trovati gli affreschi coperti da strato di calce indurito e dei frammenti di affresco lasciati a vista ridipinti. Quindi abbiamo iniziato il discialbo e la pulitura per portare alla luce tutti i frammenti presenti sulla volta. Sono emersi dei lacerti, abbiamo recuperato le figure dei santi, il Cristo in mandorla con figure di angeli ai lati e sulle altre vele i Padri della Chiesa. Abbiamo trovato i segni delle giornate ben definiti e delle incisioni fatte sugli intonaci, per esempio sulle aureaole o i cartigli, e -una particolarità- anche degli incisioni fatte nell'intonaci a spolvero, ovvero invece di spolverare il disegno con il pigmento è stato poggiato il cartone ed inciso direttamente sull'intonaco, quindi si notato una serie di puntinature".
I dati emersi durante il restauro saranno certamente utili per una valutazione stilistica e una precisare cronologica, ipotizzata al momento entro la seconda metà del Quattrocento, tra sesto o settimo decennio.