Sereni da bambinoSereni da bambino

"Non amo il mio tempo" – Una piccola preziosità per la vostra libreria. Ecco che cos'è il catalogo della mostra "Luino e immediati dintorni. Geografie poetiche di Vittorio Sereni" curata da Angelo Stella e Barbara Colli, con la collaborazione di Tiziana Zanetti e in corso nello scrigno prezioso di Sala Veratti. "Non lo amo il mio tempo, non lo amo" recita un verso de "Gli strumenti umani", il prezioso libro che Vittorio Sereni pubblicò nel 1975. Ma di quali tempi si parla? Nel 1965, anno in cui esce il libro scritto da Sereni, la società italiana è nel pieno di una trasformazione rapida e travagliata che, nel giro di due decenni, l'ha portata ad adeguarsi ai paradigmi del cosiddetto neocapitalismo.
E così succede che nelle circa duecentocinquapagine del libro si ripercorrono tutte le tappe del percorso artistico e biografico dell'autore di Luino, incorniciate negli avvenimenti gravi e tumultuosi d'Italia. I contributi degli autori illuminano da diverse angolazioni l'opera scritta del noto autore: dai riferimenti ai temi leopardiani si arriva ai documenti dell'Archivio Sereni di Villa Hüssy e ai carteggi tra Sereni e Anceschi, Gallo, Saba, solo per citarne alcuni.

Oltre alla profondità critica dei saggi degli autori

Una della pagine del catalogo della mostraUna delle pagine del catalogo della mostra

(segnaliamo in particolare i contributi di Pierangelo Frigerio, Barbara Colli, Lanfranco Caretti, Giorgio Orelli e Francesca Sotherden), il volume si distingue dai soliti cataloghi per i ricchissimi apparati fotografici che seguono il sentiero di vita del poeta, dall'infanzia sino al tramonto. Le immagini in bianco e nero di Meazza restituiscono un panorama antico eppure modernissimo degli angoli di Luino, della foce del Tresa, della casa natale di Sereni. Quelle a colori di Giovannetti ci fanno entrare nello studio di via Pavia. Un altro scanzonato scatto ritrae Sereni all'esterno dello stadio di San Siro a scaldarsi le mani vicino ad un fuocherello improvvisato, nell'inverno del 1982.

Quel passato così vicino – Altre fotografie ci parlano dell'incontro tra Sereni e De Grada nella nebbiosa Milano del 1937, di una passeggiata romantica durante la luna di miele a Salsomaggiore con la moglie Maria Luisa Bonfanti sposata il 19 giugno 1940, di una battaglia a palle di neve nella caserma di Pontelungo a Bologna, nell'inverno del 1942. "Il messaggio più attuale e più pregnante di Sereni – ci spiega il Professor Stella – è quello che riguarda la frontiera, la barriera tra uomini, luoghi e tempi. È una riflessione incredibilmente profonda e contemporanea: si tratta di fare i conti con i concetti di limes, di soglia da varcare per raggiungere l'altro, da abbattere per andarsi incontro. Chiaramente per un uomo "di frontiera" (in senso geografico e temporale) come Sereni erano concetti familiari e "lungamente masticati".

Claudia StortiClaudia Storti

Le immagini della parola – L'aspetto di maggior valore sono le immagini dei testi dattiloscritti e chiosati e degli autografi di Sereni. Claudia Storti, Direttrice scientifico del Centro Storie Locali dell'Università dell'Insubria, spiega ai nostri microfoni: "Tutti i materiali inediti presenti nelle vetrine della mostra, significano ed illustrano il lavoro e la fatica dello scrivere. Questa mostra è importante sia per la città di Varese che per quella di Luino. Quando la curatrice dell'Archivio Sereni di Luino, alcuni mesi or sono, prospettò la possibilità di presentare in una mostra una testimonianza di alcuni momenti della vita di Vittorio Sereni attraverso immagini, foto, manoscritti, apparve immediatamente chiaro che tale iniziativa avrebbe avuto un interesse ben superiore a quello di presentare la storia di una delle più illustri personalità letterarie del territorio varesino. La sensibilità straordinaria ed esasperata del poeta decifra istanti di vita, ne distilla e ne esalta gli aspetti più minuti e profondi, crea con la magia della parola e del verso messaggi unici e preziosi".