Le opere di Janja a CasertaLe opere di Janja a Caserta

Intuizione vincente – Partita da Cunardo con una grande carica di entusiasmo. Convinta che questa sarebbe stata l'occasione buona per espandere il suo pubblico e per aprire la sua mente a nuove prospettive creative. Scambiare opinioni e confrontarsi "con l'appassionato pubblico partenopeo" , ma anche aggiungere encomi al proprio curriculum. Senza falsa modestia, Janja Arnolj ha subito preso al balzo questa occasione. E, a distanza di pochi giorni dalla chiusura, si è confermata positiva la sua scelta; più che positiva. Oltre al luogo magnifico dove le sue sculture hanno trovato posto, sono arrivati anche i riconoscimenti. Dall'inaugurazione in poi l'interesse verso il suo lavoro in plexiglass è andato in crescendo. "E' subito piaciuto – racconta – sono rimasti tutti molto felici delle mie sculture, di come sono entrate in sintonia con lo spazio e dal valore aggiunto che hanno avuto grazie alla scenografia già esistente. Il materiale è la cosa che ha colpito di più. Hanno letto la leggerezza e la spiritualità. Questi sono gli elementi che si cercano nell'arte moderna: spirito, leggerezza e novità materiale sono state le carte vincenti".

Janja Arnolj e Lucia BosèJanja Arnolj e Lucia Bosè

Fascino trasparente – "Caserta a bocca aperta" per le opere della scultrice di Cunardo. Pubblico coinvolto proprio dal procedimento col quale Janja ricava dal plexiglass queste forme così sinuose e geometricamente lineari, che rimandano sempre ad altro. Quell'altro che affascina perchè ignoto. Tra gli ospiti d'onore, anche Lucia Bosè, non indifferente alle sculture trasparenti. L'attrice italiana, madrina della Biennale casertana, ha infatti chiesto a Janja una sua opera da collocare nel museo internazionale che la Bosè dirige nelle vicinanze di Madrid. La scultrice lusingata dalla proposta si metterà presto al lavoro per realizzare un angelo, rigorosamente in plexiglass. Ma le novità non finiscono qui. Dopo la chiusura proseguirà l'esposizione delle migliori opere, scelte tra quelle proposte in Biennale, che troveranno sede, per due mesi, in un'altra zona del Belvedere di San Leucio: nel Polo della qualità. Un amplein per Janja, invitata a questa ulteriore possibilità espositiva.

Bosè e Picasso – Caserta rincara la dose prolungando anche la mostra di Picasso, in attesa degli eventi che sono in fase di preparazione per la stagione estiva e che vedranno ancora una volta coinvolta l'arte, insieme a musica e teatro, il tutto accompagnato dalla natura partenopea. Un'armonia tra le arti che avrà un'attrattiva privilegiata sui turisti che nel periodo estivo affollano le coste. Come anticipo, appunto, un mese in più per le opere del maestro spagnolo. Le tre sanguigne della "Plaza de Toros", progetto architettonico firmato da Picasso in collaborazione con Antonio Bonet, architetto argentino, collaboratore di Le Corbusier e Roberto Matta, già esposte a Cortina nel dicembre scorso, sono uno dei motivi per cui Lucia Bosè si è trattenuta a lungo a Caserta. Il progetto picassiano del 1962 alletta molto la Bosè, che mira ad una fondazione ed alla realizzazione della Plaza de Toros proprio a Malaga.
A pensare la Plaza de Toros, assieme al grande artista spagnolo – ha raccontato l'attrice ai cronisti casertani – fu infatti il torero Luis Miguel Dominguin, all'epoca suo marito.