Varese – E’ ripartita con la personale Johannes Nielsen, uno dei massimi scultori svedesi della sua generazione, la stagione espositiva della galleria Punto sull’Arte. Silent Anatomy, questo il titolo, raccoglie oltre trenta opere tra sculture, ceramiche e una selezione di recentissimi lavori su carta.

La scultura di Nielsen è di tipo classico e seppur prediligendo il bronzo, l’artista non rinuncia a una dimensione di forte contemporaneità, come nella serie dedicata al corpo umano in cui la crisi dell’uomo moderno trova plastica esemplificazione in figure smagrite al limite della sopportazione visiva,  scomposte o che presentano sfasature rispetto al proprio asse, pur restando sempre nella compostezza di una forma che rimanda alla grande tradizione scultorea del Novecento.

Nielsen affronta il tema del duplice,– scrive il curatore Angelo Crespi –. Le sue sono propriamente “dicotomie” nelle quali sembra esserci non, come appare di primo acchito, una riflessione sul doppio, bensì sul diviso, cioè sul “tagliato in due”, quasi che le recenti pandemie e crisi abbiamo mostrato l’estrema fragilità dell’umano. I corpi appaiono divisi, come se un coltello avesse colpito la carne prima che si solidificasse, un taglio dunque irrimediabile ma dal quale traluce lo splendore del bronzo tirato lucido, che contrasta con il resto della scultura patinata di scuro e graffiata: “C’è una crepa in ogni cosa, è così che entra la luce”, canterebbe Leonard Cohen significando la virtù di questa scissione, cioè non una “diminutio”, semmai la possibilità di concepire un altrove, di vedere dentro o al contrario di rendere possibile al dentro di venir fuori”.

Opere leggere e filiformi che la critica ha descritto come caratterizzate da un minimalismo estetico che trasmette essenzialità e movimento. Corpi umani e animali delicati e leggeri realizzati utilizzando come modelli d’eccezione gli alberi dalle cui forme prende ispirazione per plasmare la vita, le braccia e le gambe dei suoi soggetti. Ne risultano corpi stilizzati, in perfetta mimesi figurale con la natura, che ricordano atmosfere cariche di suggestioni tese a ricordarci che tutto è unicamente e inevitabilmente temporaneo.

Un altro soggetto prediletto dallo scultore è il cavallo, tratto distintivo della sua ricerca. “Pur nel solido del bronzo, – prosegue il curatore – è di grande intensità; i cavalli esprimono il fremente desiderio di movimento, la bizzarria del loro corpo allungato, lo stinco e il garretto fuori misura, rispetto alla normale morfologia dell’animale, il collo slanciato quasi di giraffa… A riguardarli attentamente ricordano i contorni del “mushkhusshu”, il drago-serpente decorato innumerevoli volte sulla porta di Ishtar a Babilonia, quasi esistesse una protoforma di un animale fantastico la cui eco risiede dentro di noi, negli strati profondi della nostra psiche fin dai tempi remoti”.

La mostra, allestita nella sede principale della galleria, in viale Sant’Antonio, rimarrà in calendario sino al 22 ottobre e sarà aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 17.

Note biografiche

Johannes Nielsen nasce a Falkenberg (Svezia) nel 1979. Nel 2001 si iscrive alla Scuola d’Arte di Lund. Nel 2003 si trasferisce a Dublino e diventa l’assistente del famoso scultore Patrick O’Reilly, dove affina la sua pratica scultorea. Ha partecipato a numerose fiere e mostre in Europa, Stati Uniti e Asia. I suoi lavori fanno parte di collezioni pubbliche e private in Europa, Singapore, Hong Kong, Pechino, Kalingrad, Hollywood, New York e Montreal. Nel 2016 espone alcune sue opere in occasione della sua prima mostra personale presso il Songzhuang Museum di Pechino. Nel 2017 e 2021 alcune sue sculture sono esposte ad Art Stays, Festival Internazionale di Arte Contemporanea che si svolge ogni anno a Ptuj, in Slovenia. Nel 2021 ha presentato il suo lavoro al Westbound Art Fair a Shanghai. Dal 2011 è rappresentato in Italia da Punto sull’Arte. Dal 2007 vive e lavora a Pechino (Cina),