Museo, busto di AugustoMuseo, busto di Augusto

Dopo l'architettura, anche gli oggetti nelle sale museali raccontano la romanità di Como: nello scorso appuntamento Artevarese ha raccontato la struttura della Como quadrata, oggi percepibile nel borgo medievale. Ma senza dubbio vale la pena visitare le sale del Museo Giovio di Como per toccare con mano la romanità della città.

Accoglie i visitatori un plastico che riproduce la città moderna, con evidenziate, in rosso, le strutture della città romana: uno strumento utile per avere un quadro complessivo della Como antica.
Di grande rilievo il busto di Augusto con il capo velato, che sottolinea come fosse diffuso il culto dell'imperatore sulle rive del Lario.
Altro personaggio importante, fisicamente non presente, ma evocato dalla sua lapide funeraria è Plinio il Giovane, cittadino comasco doc.
Sulla sua lapide (una copia, l'originale è a Milano, nell'atrio di S. Ambrogio), dove si trovano ancora i punti di aggancio della sua statua, è ricordata la splendida carriera di Plinio, grande amico dell'imperatore Traiano, che svolse la funzione di governatore della Bitinia, in Asia Minore. Plinio, come ricorda l'epitaffio, fu anche un benefattore della città, a cui lasciò una biblioteca e abbastanza denaro da nutrire fino alla maggiore età orfani ed orfane di Como.

Nelle teche sono conservati gli oggetti di uso quotidiano, come strumenti agricoli in bronzo o ferro, ad esempio falcetti, coltellacci; oppure bottiglie in vetro, piatti in ceramica, bicchieri, tegami, quasi tutti oggetti provenienti dalle necropoli di Como e dintorni. Si segnalano anche per la rarità alcuni grossi contenitori in bronzo, antiche pentole, di cui una anche rattoppata!

Sono raccontate alcune categorie di Romani: soldati e bambini. Dei soldati si conservano le armi, come lo scudo, così come anche una iscrizione che ricorda un militare comasco, morto in Ungheria, mentre prestava servizio. Dei bambini sono conservati giochi, come le pedine della dama e portafortuna, come il tintinnabulum, un sonaglio.

Una parte fondamentale della sezione è dedicata alla

una delle basi di Piazza Cinque Giornateuna delle basi di Piazza Cinque Giornate

scultura. Trovano infatti posto le famose basi di Piazza Cinque Giornate, ovvero quattro basi decorate con scene mitologiche e non, che dovevano essere posizionate nello stesso monumento, forse un architrave. Purtroppo non si conosce la provenienza, perché i pezzi furono riciclati in epoca medievale nelle mura di difesa alla città. Fra le immagini rappresentate, Ares e Venere, un poeta con la Musa, un pugile vittorioso.
Caratterizza la parete un lungo rilievo, il cosiddetto rilievo dei cavalieri: un lungo fregio, forse pertinente a una edificio funerario che rappresenta la sfilata di giovani cavalieri a cavallo. Infatti gli esponenti della classe politica dei cavalieri raggiunta la maggiore età sfilavano in una specie di ballo delle debuttanti ante litteram.

Una parte dell'esposizione è dedicata all'ambito funerario, con una serie di sepolture, alcune in anfora, altre in cassetta, a dimostrare la varietà dei riti dell'epoca. Più metodologica, ma altrettanto utile a comprendere il metodo di scavo dell'archeologo, ovvero lo studio della stratificazione del terreno è una installazione particolare. Infatti con una scala si scende e si può leggere la stratigrafia reale del cortile, fissata "al muro" e arricchita da frammenti di ceramica, per spiegare la funzione dei cocci come elementi datanti.
Infine, come non citare la splendida statuina in bronzo raffigurante Venere pudica, in origine manico di una cista in bronzo, emersa negli scavi della villa di Via Zezio e l'antefissa che decorava il tetto della stessa villa, a figura di Gorgoni.