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Metodi e indagini – I tandem storici dell'arte-scienziati sono sempre più frequenti e fruttuosi. E le pubblicazioni dedicate alle tecniche diagnostiche per i beni culturali sempre più numerose, anche per offrire un sufficiente supporto didattico ai corsi di Teoria e tecniche del restauro presenti nei nostri atenei. Ma come appare una tavola di Giovanni Bellini agli infrarossi? Come si legge una radiografia di una tela di Giorgione o di Caravaggio? Da oggi un nuovo e compatto volume svela i segreti delle scienze applicate al mondo dell'arte: "Tecniche diagnostiche per i Beni Culturali". Scritto a quattro mani da Ezio Puppin (docente di Fisica Sperimentale al Politecnico di Milano) e Olga Piccolo (specializzata in Storia dell'Arte presso l'Università Cattolica e cultore della materia per il corso di Tecniche diagnostiche per i Beni Culturali), il volume descrive, anche grazie ad un ampio ventaglio di casi paradigmatici, quali sono i principi fisici su cui si basano i moderni metodi di indagine applicati alle opere d'arte.

In 270 pagine – Il libro, facile alla consultazione e maneggevole, è suddiviso in sei capitoli che passano in rassegna i principali metodi di indagine invasiva (che necessitano di un prelievo, piccolo o grande che sia, di parte del materiale) e non invasiva. Numerosi i casi concreti che accompagnano il lettore nella lettura (compresa la gustosa citazione del calcolatore di Antikytera, "capriccioso planetario astronomico" dell'Antica Grecia). I casi concreti più significativi (molti dei quali già conosciuti dalla letteratura specialistica) sono le indagini eseguite sui Bronzi di Riace; sulla "Dama con liocorno" della Galleria Borghese; sulla splendida Pala di Piero della Francesca e sulla "Flagellazione" eseguita da Luca Signorelli, entrambe conservate a Brera; e per gli amanti dell'arte contemporanea, citiamo il caso della "Bambina con colomba" di Picasso della National di Londra.

La copertina del libroLa copertina del libro

In biblioteca – Tra le pubblicazioni "fondative" della materia ci piace ricordare, solo a titolo esemplificativo, "La Cappella Brancacci. La scienza per Masaccio", Milano 1992; "Oltre il visibile. Indagini riflettografiche", Milano 2001;"Art in the making", Londra 2002; "Analisi non invasive per le opere d'arte. Casi esemplari e repertorio iconografico", di Gianluca Poldi e Giovanni C. F. Villa, Milano 2005, arricchito ed ampliato l'anno dopo nel monumentale "Dalla conservazione alla storia dell'arte. Riflettografia e analisi non invasive per lo studio dei dipinti", Pisa, Edizioni della Normale, pp. 614.

Memorandum – Sfogliando le pagine di questi volumi che trattano con serietà e professionalità il "caso serio" dei beni culturali, vengono alla mente le parole profetiche di Corrado Ricci, recentemente riportato agli onori della cronaca da una bella mostra ravennate: "Oggi v'è chi studia e sa; pure chi crede di sapere, senza studiare; ma passione per l'arte vera manca, perché non è del gusto del tempo. Divulgare dunque, conviene per educare e risollevare il buon gusto e con questo la passione; (…) non si affrontano problemi così vasti, numerosi, complessi, come i restauri di tanti monumenti, senza commettere errori. Ma se si perdona a chi ha molto amato, si può ben perdonare a chi ha molto lavorato. Divulgare le bellezze artistiche perché esse siano comprese, apprezzate, amate è quanto di più utile e santo possa fare chi conti o speri di assicurare un giorno il nostro patrimonio d'arte".