S. Eustorgio, facciataS. Eustorgio, facciata

La fondazione: un po' storia e un po' leggenda. Secondo la tradizione, fondatore della basilica, a lui poi intitolata, sarebbe Eustorgio, vescovo di Milano fra il 345 e il 348 d.C. Il prelato giungeva da Pavia portando su un carro trainato da buoi le reliquie dei Re Magi a cui dedicare una nuova basilica: appena entrati in città dalla Porta Ticinensis, i buoi stanchi per il viaggio si fermarono ed Eustorgio capì che quello era il posto da lui cercato per la nuova chiesa.

La fonte battesimale e S.Barnaba.
Un'altra tradizione racconta che proprio a S.Eustorgio sorse il primo fonte battesimale di Milano, costruito nei primi secoli dell'era cristiana. Infatti qui scorreva un corso d'acqua, la Vettabbia, usata per alimentare questo fonte. Fu Barnaba, uomo di fiducia degli apostoli e compagno di S.Paolo nei suoi viaggi a praticare per primo il battesimo e ancora oggi uscendo dalla basilica sulla sinistra esiste un edificio rosa che reca in facciata una lapide che ricorda proprio questo primo fonte battesimale.

Da Barnaba ad oggi.
Sempre la tradizione ricorda che

S. Eustorgio, abside paleocristianaS. Eustorgio, abside paleocristiana

Barnaba entrò in Milano da Porta Ticinese e non è un caso che ancora oggi i vescovi che giungono a Milano per prendere possesso della diocesi entrino dalla medesima porta e si fermino nella basilica. Un passaggio di consegna fra il passato e il presente.

Gli scavi archeologici.
Scavi ottocenteschi e indagini della prima metà del Novecento hanno evidenziato la presenza di un muro rettilineo e sotto l'attuale coro di una abside semicircolare, costruita in mattoni e ciottoli, dal diametro di oltre 5 metri, pertinente all'edificio religioso di epoca paleocristiana. Incerta invece rimane la funzione del muro rettilineo, forse parte di una recinzione dell'area cimiteriale.

La necropoli.
Infatti sotto la navata della basilica sono state individuate tracce di una necropoli tardoantica, caratterizzata dalla presenza di tombe pagane e cristiane. In questa area funeraria sarebbe stata costruita la primitiva basilica secondo una consuetudine tipica dell'epoca, ovvero la costruzione delle chiese sopra aree cimiteriali, che si riscontra anche in altri casi a Milano, come S.Simpliciano, o anche a Como, con S.Abbondio, e forse anche nella basilica di S.Vittore ad Arsago Seprio.

S. Eustorgio, tombe sotto la navataS. Eustorgio, tombe sotto la navata

Le tombe. Ulteriori scavi archeologici condotti fra il 1998 e il 2001 nei chiostri del Monastero di S.Eustorgio hanno evidenziato la reale estensione della necropoli e ne hanno definito la cronologia, compresa fra il III e il VI secolo d.C. Varie le tipologie funerarie, le tombe alla cappuccina – più antiche- caratterizzate da una copertura formata da tegole, oppure tombe in cassa di laterizi o in lastre di serizzo, per arrivare alle più semplici sepolture in nuda terra.

Vittorino l'esorcista.
Le campagne di scavo di metà Novecento hanno portato alla luce un buon numero di iscrizioni funerarie, utili a conoscere meglio gli "abitanti" della necropoli. Interessante la lapide che ricorda un tal Vittorino, esorcista, ovvero un diacono con il compito preciso di praticare atti di esorcismo, datata al 377. Questa iscrizione permette di identificare il momento di passaggio del sepolcreto dalla religione pagana a quella cristiana.

L'orante.
Cinque pezzi combacianti hanno restituito una immagine molto particolare, ovvero un uomo colto in un attimo di preghiera, con le braccia allargate. Il suo abbigliamento inoltre permette di ricostruire abiti e ornamenti degli uomini di rango di IV secolo: una tunica con le maniche, un mantello chiuso da una spilla. Ancora oggi nella basilica chi prega è solito assumere la posa dell'uomo raffigurato nella lastra.

La lapide di VittorinoLa lapide di Vittorino


L'orientale e il soldato.
Anche la popolazione della Milano dell'epoca emerge da alcuni iscrizioni. Una lapide infatti ricorda uno straniero, Eliodoro, proveniente dalla Macedonia, vir egregius, ovvero cavaliere. Un'altra invece menziona Severiano, un soldato del reggimento degli stranieri, che faceva parte, come ricordano gli storici, della guardia imperiale.

Il monastero.
Annesso alla chiesa un importante monastero domenicano, un chiostro del quale è ora sede del Museo Diocesano, attivo dal XII secolo. Un luogo di riferimento per la Milano medievale, in cui predicò contro gli eretici S.Pietro martire, in cui risiedeva il tribunale dell'Inquisizione. Un monastero posto sotto la protezione della famiglia Visconti che spesso finanziò interventi architettonici. Tutto questo splendore durò fino al XVI secolo quando la fondazione di S.Maria delle Grazie, i danni delle guerre fra Spagnoli e Francesi nel 1526, un incendio nel 1609 portarono alla soppressione del monastero.

Parola all'archeologia.
Oltre alle fonti storiche, interessanti elementi sono emersi negli scavi condotti dalla Sovrintendenza fra 1998 e 2001. Sono state infatti ricostruite le fasi del monastero, sono emersi locali come le cucine, con camini ed essiccatoi, vani di servizio, pozzi, cantine che molto spesso reimpiegavano nelle murature mattoni di epoca romana.
Una basilica dalla vita lunghissima, scrigno di storia, archeologia e tradizioni. Un luogo caro ai Milanesi, che ogni anno, il giorno dell'Epifania qui arrivano in processione per venerare le reliquie dei Magi, ripercorrendo a distanza di quasi duemila anni il percorso del vescovo Eustorgio. Da non dimenticare poi la splendida cappella Portinari, decorata dal Foppa, prossimo appuntamento per i lettori di Artevarese.