La riapertura di Chiesa dopo una serie di lavori di restauro è sempre un momento importante, perchè si torna a prendere possesso di un luogo storico della propria comunità e ancor di più di un luogo di fede. Così è per la parrocchiale di San Macario a Samarate, un altro piccolo gioiello d'arte della nostra provincia restituito, come si suol dire, allo splendore originario.I lavori di restauro e risanamento conservativo sono iniziati nel 2007 con la predisposizione di un progetto complessivo di grande consistenza. Tra il 2009 – 2010 è stata rifatta la pavimentazione, con gli scavi archeologici che hanno portato alla luce le mura delle diverse fasi del divenire dell'edificio.
Nel 2015-2016 si parte con il risanamento delle facciate esterne laterali, abside e della torre campanaria, con un parziale contributo alle spese da parte della Fondazione Lambriana. I lavori vengono affidati alla Gasparoli Srl di Gallarate. La torre campanaria è oggetto di pulitura del tessuto murario e lapideo dallo sporco e dalle infestazioni vegetali, muschi e licheni, integrazione delle murature danneggiate, in particolare dei cordoli dei rosoni degli orologi e degli voli, rifacimento della cupola in rame dopo che l'attenta osservazione con il ponteggio ha evidenziato una pervasiva microforatura della stessa. Le pareti laterali hanno visto la pulizia degli intonaci, il consolidamento e integrazione degli stessi e la eliminazione di interventi effettuati con materiali cementizi non coerenti.Dall'aprile 2016 la chiesa è stata oggetto delle cure dei restauratori con un'opera di risanamento globale interno, che ha riportato alla luce la bellezza e la luminosità dell'apparato decorativo e dello spazio interno.
"La volta dopo la pulitura – ci spiega la restauratrice Costanza Gasparoli – l'eliminazione delle efflorescenze saline e il consolidamento di intonaci e pellicole pittoriche, ha ripreso i colori originali della decorazione del 1904, e la "tridimensionalità" dell'apparato decorativo data da lumi e ombre che erano state nel tempo cancellate. Sulla volta sono presenti alcune scene pittoriche, la prima che si incontra entrando e l'Assunzione di Maria Vergine del 1892, ad opera di Tagliaferri. La cupola centrale raffigura la Vittoria di San Macario Sul Demonio, di Italo Cenni, del 1904, mentre ogni pennacchio della cupola riporta l'immagine di un Evangelista.
Sia l'altare della Addolorata che quello di San Macario, in legno, sono stati oggetto di pulitura, consolidamento e stuccatura delle fessurazioni e parziale integrazione.
"Una menzione particolare per il pulpito -sottolinea l'architetto Gabriele Pozzi – anch'esso già citato nel 1684, e poi integrato per il nuovo riposizionamento del 1904. In questo caso si è fatta una opera di profonda pulitura e descialbo di una finta doratura applicata negli ultimi anni del secolo scorso, operazione lunga e delicata per la finezza degli intarsi lignei e che presentano una doratura in oro zecchino originale: la pulizia ha riportato anche alla luce la finissima decorazione delle statue rappresentanti i Dottori della Chiesa e personaggi biblici, in particolare l'accurata filigrana delle vesti".
Ci sarebbe anche da restaurare l'Organo Mascioni, "ma se ne parlerà – ci dicono – quando avremo terminato di pagare questa importante somma".
(foto Pozzi)









