Paolo Zanzi appare dal siparioPaolo Zanzi appare dal sipario

Anteprima – Eccolo, in anteprima, con immagini 'rubate' e la guida del curatore, l'allestimento quasi terminato della mostra "Il racconto del silenzio, lo stupore dell'umano nelle scene misteriche del Gran Teatro dei Sacri Monti prealpini". Titolo complesso, in pieno stile dell'ideatore; complesso, filosofico, avvolgente, come il lungo percorso ideato: un camminamento tra lo scuro inesorabile del nero dei pannelli e l'epifania improvvisa delle fotografie che cadenzano in misure monumentali dettagli, particolari, visi, posture, articolazioni, misteri e conferme dei Sacri Monti Prealpini, difficilmente visti con tale vicinanza, con tale ostentata, impudica contiguità.

Il colpo d'ala – Villa Baragiola trasformata. Riacquista improvvisamente la dimensione del progetto estetico e culturale, dopo essere stata, utilmente, funzionalmente riservata alla gestione degli uffici comunali. Un colpo d'ala in questi giorni la porta in altri territori, attraverso i due archi trionfali metallici con i grandi stendardi trionfali che faranno da primo passaggio al 'pellegrino', all'ingresso del parcheggio, fino ad arrivare alle colonne posizionate proprio a ridosso della Stecca; unite da un motivo rosso, il corso della storia, che zizgaga, che va ad infrangersi contro una colonna in stile dorico, spezzata, fino a culminare in un colpo di teatro ancor più spiazzante, l'ulteriore passaggio 'iniziatico' del pellegrino: una grande orologio fotografato su una superficie di specchi. Il tempo si ferma, la storia è fissata, ora comincia il racconto vero, nel pieno del silenzio e dello stupore.

L'orologioL'orologio

Opus magnum – Il curatore Paolo Zanzi compare da un sipario telato; riproduce l'accesso alle vie Sacre. Prima ancora l'Angelo, di bellezza struggente, di Guadenzio Ferrari, da Varallo. Il percorso inizia dall'età dell'innocenza, dalla perdita dell'innocenza. Si sviluppa in vere e proprie stanze, collegate da meandri, corridoi costretti da percorrere in rispettosa solitudine, da soluzioni allestitive che originano angoli trilobati, nicchie seminascoste, quinte da cui emergono visioni acuminate di umanità al setaccio dello sguardo. Gigantografie che sono l'esito di anni di ricerca effettuate dallo Zanzi a contatto con i racconti popolari delle cappelle, a Varese, come a Varallo, a Orta, ovunque nella cerchia prealpina, il racconto del sacro è stato realizzato con resa di espressività potente ed ineludibile.

La colonnaLa colonna

Monumento – Paolo Zanzi ha creato un monumento. A se stesso, in prima battuta. Alla sua opera di fotografo, di cercatore, per lunghi tratti della sua vita, nei segreti delle architetture e dei romanzi popolari di sculture ed affreschi seicenteschi.  Alla visionarietà dei suoi progetti allestitivi. Un monumento, infine, al monumento che è il Gran Teatro dei Sacri Monti che proprio qui in Villa Baragiola, grazie a Regione Lombardia, Comune di Varese, Fondazione Paolo VI e Parco Campo dei Fiori vedrà sorgere un Centro Studi dedicato. Con l'attenzione, la focalizzazione, gli ingrandimenti che merita.

Tra Testori e Turoldo – Ingrandimenti che scavano nelle pieghe della sacra rappresentazione: la strage di Erode, la ricerca della maternità, la perplessità dei volti nel capire, nel scegliere Dio, le fughe, il dolore, i contrasti, lo stridore di muscoli e cavalli che sembra invocare Caravaggio. Nel Bildunsgroman zanziano, il viaggio del pellegrino non è un viaggio all'interno di misteri e storie già note. Ma nelle tracce invisibili di quel racconto, negli affetti più nascosti, nelle emozioni e nelle luci che normalmente non è consentito riportare. Senza didascalia, solo un apparato di testi evocativi, tratti da Quasimodo, Lorca, Rilke, Testori, David Turoldo e tanti altri. Fino all'apoteosi finale: la sintesi rastremata, essenziale, della cupola del Guarini.
E uscimmo a riveder le stelle, verso il cielo, tirando l'aquilone, rimanendo bambini, stupefatti.

"Il racconto del silenzio, lo stupore dell'umano nelle scene misteriche del Gran Teatro dei Sacri Monti prealpini"
Villa Baragiola, via Caracciolo, Varese
A cura di Paolo Zanzi
inaugurazione venerdì 6 luglio ore 18
6 luglio – 28 ottobre 2007
da martedì a domenica  17.30-20.30