Curatrice della mostra, insieme a un prestigioso comitato scientifico, è Rossella Vodret, che ha cercato di spiegare il motivo del successo di questo artista, peraltro personaggio scomodo, protagonista di una vita piena di eccessi, vissuta tra i ricchi palazzi romani del Seicento e i bassifondi, frequentati da delinquenti e prostitute.

Uno degli aspetti che caratterizza la pittura di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, secondo Rossella Vodret, è il fatto che dipinga le persone così come le vede in realtà. Gente comune, che osserva per strada ogni giorno. Non le idealizza. Addirittura, se hanno un difetto, si sofferma su di esso e se possibile lo accentua. Ricordiamo, ad esempio, le unghie annerite, le mani callose, i visi lividi, i piedi sporchi.

Caravaggio dipinge le persone della nostra stessa misura con un rapporto in scala 1:1.

Grazie all’utilizzo dello sfondo nero (che come sappiamo è stato un espediente per velocizzare il suo lavoro) riesce a isolare i gesti e le azioni dei protagonisti che rappresenta, e tali azioni balzano in evidenza in modo essenziale, senza creare distrazioni in chi osserva, tanto che raramente dipinge paesaggi o altri sfondi significativi.

Le azioni che Caravaggio rappresenta sono sempre colte nel momento più drammatico del loro svolgimento. Il gesto di Giuditta che taglia la testa ad Oloferne è ripreso nell’attimo in cui la lama incide il collo e fa sprizzare il sangue dalla ferita, mentre gli occhi dell’uomo sono già volti all’indietro (al contrario di altri artisti che descrivono la fase successiva a quel momento tragico).

Altra annotazione, molto interessante di Rossella Vodret, è che Caravaggio cerca sempre di coinvolgere in qualche modo chi osserva le sue opere. Nella seconda versione di “San Matteo e l’angelo”, il santo è seduto su uno sgabello che è in equilibrio precario e sembra addirittura sul punto di cadere addosso a chi guarda.

Questi suggerimenti sono utili per affrontare con maggiore cognizione di causa le venti opere esposte a Palazzo Reale, facendosi aiutare anche dagli strumenti tecnologici che hanno consentito di analizzare con accuratezza i diversi substrati pittorici delle tele di Caravaggio, portando alla luce gli errori, i ripensamenti del grande artista. In questo modo, possiamo capirne qualcosa di più. Ma resterà sempre qualcosa di nascosto, di indicibile: una magia che sarà difficile da razionalizzare e interpretare se non attraverso le emozioni e le sensazioni che in ognuno di noi suscitano i suoi lavori.

http://www.caravaggiomilano.it/presentazione-mostra-dentro-caravaggio-milano.html

Ugo Perugini