Artevarese torna a parlare di restauro Artevarese torna a parlare di restauro

"Un piccolo capolavoro che presentava un degrado diffuso e, in alcuni punti, problematico. Un tassello importante per la conoscenza ravvicinata della pittura di Francesco De Tatti, maestro al quale Varese, meno di due anni fa, dedicò una bella mostra curata da Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi".

Anche oggi, torniamo a parlare di restauro. E lo facciamo con due professionisti della nostra provincia che "hanno curato", sotto la direzione di Isabella Marelli della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Milano, una ricca tavola lignea, proveniente dal Santuario dell'Annunciata di Brunello e oggi in mostra al Museo di Capodimonte in occasione di "Restituzioni 2013", la sedicesima edizione della rassegna dedicata ai restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico pubblico, curato e promosso da Intesa Sanpaolo.

Fino al 9 luglio, la grande mostra delle opere d'arte restaurate nel biennio trascorso sarà al Museo di Capodimonte e alle Gallerie d'Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, e coinvolgerà i luoghi d'arte della città.

"La tavola lignea – spiegano Brianzoni e Baratelli – presentava due distacchi che riguardavano le tavole laterali giuntate. Le fenditure interessavano le figure dell'Angelo Annunciante e del San Rocco a sinistra, della Vergine e di San

Umberto BrianzoniUmberto Brianzoni

Sebastiano a destra. Interessante e ricco di spunti e suggestioni è stato l'esame ravvicinato del complesso manufatto, dipinto con tempera all'uovo: al di sotto della ricca cornice, tra l'Angelo Annunciante e il San Rocco, abbiamo scoperto uno schizzo a matita, raffigurante un Cristo benedicente sicuramente di mano di Tatti, ma non riconducibile ad alcuna opera nota. Il polittico si presenta con lo scomparto centrale chiuso da un pannello in velluto su cui sono stati riportati ricami di tardo Cinquecento raffiguranti motivi vegetali e cherubini. Nella cimasa si riconoscono Dio Padre, l'Angelo Annunciante e la Madonna Annunciata; nella predella le tavolette con i santi Ambrogio, Gerolamo, Bernardo da Chiaravalle o d'Aosta e Teodulo di Sion si alternano a quelle che riportano gli episodi della Visitazione, della Natività con adorazione dei pastori e della Fuga in Egitto".

L'attribuzione del polittico a Francesco De Tatti si deve a Mauro Natale (1982).
E al conte Guido Cagnola si deve il merito di essersi preoccupato di salvaguardare l'Adorazione dei Magi, la Crocifissione e la Predica di San Bernardino affrescate nella chiesa di San Bernardino a Gazzada, poco lontano da Brunello. L'aristocratico studioso, per il tramite di Lodovico Pogliaghi, fin dal 1899 aveva segnalato il critico stato di conservazione all'architetto Gaetano Moretti, direttore dell'Ufficio Regionale per la Tutela dei Monumenti della Lombardia, dedicando un articolo al ciclo di affreschi che egli reputava fossero di un ignoto artista influenzato da Bramantino e Gaudenzio Ferrari.

Nel catalogo per la mostra Restituzioni, Isabella Marelli commenta così: "…la predella a fondo azzurro con girali di foglie e fiori nella quale restano imbrigliati degli uccelli e dei putti, già creduta di mano dello stesso intagliatore che eseguì la cornice del polittico, sebbene sia in uno stato lacunoso, si può attribuire a Bernardino Castelli per le analogie stilistiche che presenta con quella dell'altare

Fulvio BaratelliFulvio Baratelli

nella parrocchiale di Caronno Varesino realizzata nel 1684 (…). L'esecuzione del polittico va inserita nell'ambito di un progetto di abbellimento e forse di ampliamento della chiesa che ebbe luogo tra gli ultimi anni del XV e i primi decenni del XVI secolo; i lavori culminarono poi con la consacrazione della chiesa nel 1545, come attesta l'iscrizione riportata su una trave del soffitto (…) È stato evidenziato che per l'Annunciazione l'artista prese a modello iconografico l'incisione di Marco Dente, tanto da adottare per il medaglione alla sommità del polittico l'invenzione del Dio Padre che appare nell'alone circolare di luce. Si tratta di un riferimento a un'opera perduta di Raffaello che stupisce per il precoce aggiornamento dell'artista, tanto più che a Milano in quegli anni il solo esempio di pittura ispirata da un'opera dell'artista urbinate, mediato da incisioni, era l'affresco della Madonna con il Bambino tra santi e il committente Nicolas de La Chesnaye dipinto da un pittore zenaliano nel 1517 in Santa Maria delle Grazie. (…) Nella terza parasta da sinistra è riconoscibile un bue, motivo araldico della famiglia dei Bossi, un'importante casata nobiliare originaria di Azzate, il cui stemma ricompare frammentario sullo sguincio di una finestra nel presbiterio della chiesa e sulla facciata di un edificio attiguo, oltre a essere citati in vari documenti relativi alla chiesa. È quindi plausibile che committente dell'opera sia un Bossi, e a questo proposito ipotizzerei che possa essere quell'Egidio Bossi, giureconsulto nel 1518, donatore nel 1542 della pala di Callisto Piazza destinata a ornare l'altare maggiore della parrocchiale di Azzate. (…)".

Nel catalogo per la mostra aperta in sala Veratti, si specificava: "…Francesco De Tatti congeda il polittico per la chiesa di Santa Maria Annunciata a Brunello. L'ancona risale al 1519, come si ricava da una descrizione negli atti della visita pastorale del 1610 di Federico Borromeo. Al centro della pala un tempo si trovava, protetta da vetri, l'immagine affrescata della Madonna del latte, siglata e data 1520 da De Tatti: staccata a massello, si conserva in una cappella sul fianco meridionale della chiesa. L'ancona e l'affresco in origine erano posti sull'altare dedicato alla Vergine, a metà del fianco settentrionale, presso il pulpito…".

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