“È bello il fatto che si riesca a condividere questo interesse per il restauro cercando di intraprendere un cammino che ci porta anche a conoscere i luoghi più interessanti e suggestivi della nostra Provincia”.

 

Così Serena Gatti ha dato inizio, nella serata di venerdì 9 marzo, alla V edizione di Restauri Rari, il ciclo di conferenze dedicato alla cura e alla tutela del nostro patrimonio artistico, che ha riscosso negli anni un inaspettato successo raccogliendo la partecipazione di un pubblico sempre più numeroso.

Location d’eccezione il Monastero di Cairate che ha ospitato per l’occasione Maurizio Longoni, curatore del Parco e del Museo del Volo Volandia che ha presentato il restauro del CA.1, il primo velivolo a motore progettato da Gianni Caproni nel primo decennio del Novecento.

Il CA.1 – letteralmente Caproni 1 – è il più antico aeroplano conservato in Italia con struttura reticolare in legno progettato dall’ingegner Giovanni Battista Caproni nel 1908.

La sua costruzione iniziata ad Arco (TN), allora ancora in territorio austro-ungarico, fu portata a termine nell’aprile del 1910 in un hangar di recente costruzione nella brughiera di Gallarate attorno alla Cascina Malpensa.

Il 27 maggio dello stesso anno il CA.1, affidato all’inesperto Ugo Tabacchi, prese il volo percorrendo una discreta distanza prima di schiantarsi al suolo in fase di atterraggio.

Accantonato in officina nel 1939 il CA.1 fu esposto nel Museo Caproni a Taliedo e successivamente trasferito nella Villa di famiglia a Venegono Superiore per sottrarlo al rischio dei bombardamenti.

Nel 2006 l’Associazione Restauro Aereonautico (AREA) e il neonato Museo di Volandia, a seguito di un accordo e un accurato sopraluogo in quel magazzino di Villa Caproni, presero in carico il restauro conservativo del CA.1, ancora in discrete condizioni, in vista della sua esposizione a Volandia.

L’aeroplano fu così trasportato nella sede di AREA, anch’essa a Venegono, ove fu sottoposto a un controllo più accurato del suo effettivo stato di conservazione e censito in ogni suo componente, mossa che permise ai restauratori di constatare cosa effettivamente si era conservato, cosa mancava, e che cosa fosse possibile recuperare o necessario sostituire.

La struttura dell’aeroplano si rivelò essere tutto sommato buona; nonostante i tanti anni di “abbandono” non presentava tracce di tarli e problemi strutturali dovuti all’eccesso di umidità.

Il primo intervento interessò le centine – elementi costitutivi dell’ala – che necessitavano di una rimessa in forma attraverso apposite dime create ad hoc. Un passaggio certamente importante che permise all’Associazione di meglio comprendere il metodo di costruzione utilizzato da Caproni in quegli anni, del tutto simile a quello usato da Louis Blériot, pioniere dell’aviazione francese.

Altro dato interessante emerso durante i lavori pone l’accento su una serie di pezzi sostituiti probabilmente intorno al 1936 prima che l’aeroplano fosse esposto al Museo di Taliedo; si è ipotizzato che fu lo stesso Caproni a voler sostituire i pezzi, forse danneggiati dal tempo, per poter presentare al pubblico un CA.1 più bello che mai.

Curioso e interessante è, infine, il ritrovamento di un ritaglio di giornale datato 4 giugno 1908 a conferma della sua assoluta originalità.

VOLANDIA, PARCO E MUSEO DEL VOLO
Area Ex officine Aeronautiche Caproni: Via per Tornavento n.15, Case Nuove 21019 Somma Lombardo (Varese).

Info e biglietti: http://volandia.it/orari-info/

 Giulia Lotti