A ragione, Renato Bonardi è stato definito "artista poliedrico". Nella mostra inaugurata al MiDeC di Laveno Mombello lo si può scoprire e conoscere nelle sue diverse sfaccettature: il Bonardi scultore e ceramista, il Bonardi acquarellista e poeta, l'artista ha sperimentato tutte queste strade, senza accontentarsi di una sola e dimostrando anche molto coraggio.
Nella sua esperienza artistica, conclusasi lo scorso 28 febbraio 2013, Renato Bonardi ha usato materiali molto differenti fra loro, dalla terracotta alla pietra, dal ferro al rame, dal bronzo al legno, ma un solo tema riesce a prevalere ed unire in modo sinergico la sua ricerca: il tempo.

«Tempo – osservano le curatrici della mostra – vuol dire ricordo, memoria, passato, ritorno. Renato Bonardi sembrava voler catturare la successione continua di istanti, dove la materia reale diventa materia del sogno. Il tempo è la successione degli istanti dove la poesia e l'arte , forse, sono gli unici modi che l'uomo ha per afferrarlo. La materia reale come il ferro, la terra, il colore diventano la sostanza di un qualcosa che di per sé è impercettibile, impalpabile. Il tempo trascorre, noi spesso facciamo fatica ad accorgercene. Ecco che, invece l'occhio e l'anima attenta dell'artista si ferma e riflette».
Non solo. La ricerca tematica di Renato Bonardi si è sviluppata anche attorno alla simbologia degli "alfabeti nascosti", usando i caratteri di stampa delle vecchie tipografie, i timbri numerici e perfino le rotelle delle macchine IBM per imprimere un segno, lettera o numero che sia, lavorando sulla superficie e con la superficie.

"Le opere che possiamo ammirare in questa mostra – spiega

Erica La Rosa – sono l'esempio di una ricerca che ha segnato in modo trasversale la personale ricerca di bellezza e verità di Renato Bonardi. Una ricerca molto profonda che va letta oltre l'apparenza più contingente della forma, una ricerca che non si accontentava di un'unica e sola strada, ma cercava in tutto quello che gli poteva capitare tra le mani il lato poetico. Poteva essere poesia un ramo, un pezzo di ferro, il ricciolo di scarto di un cancello o la terra lavorata con le mani nel suo studio".

L'ispirazione a creare, a sperimentare, nasce nell'artista da una idea ispirata dalla quotidianità, da tutto ciò che fa parte della vita. Un artista quindi coraggioso e audace nelle sue scelte, per nulla spaventato, anzi potremmo dire attratto dall'imprevedibilità che solo il gesto artistico riesce a trasmettere, soprattutto quando esso si doveva confrontare con le alte temperature della cottura, per le opere in ceramica, con la versatilità dell'acqua, per i disegni ad acquerello.
L'ultima opera inedita alla quale l'artista stava lavorando prima della morte e che ci accoglie a inizio visita è una grande scultura in ferro a forma di sedia in cui un uomo giunto sulla cima dello schienale prolungato come una scala ricade all'indietro. Un'opera di forte impatto emotivo e coraggiosa al tempo stesso. È però con la terracotta che convince di più, quando la volontà di chi la lavora e l'idea primaria, devono fare i conti con l'imprevedibilità del risultato dopo la cottura e l'alterazione dei colori dopo l'azione delle alte temperature. Il risultato a volte può sorprendere. Questo aspetto imponderabile è il fascino dell'atto artistico dove quello che pensi, quello che fai e quello che diventa sono parte sostanziale di un progetto. È per questo che Bonardi si ritrova anche nell'uso dell'acquerello, perché pure in quel caso, come la ceramica, l'effetto finale è condizionato.

RENATO BONARDI
Artista poliedrico

MIDeC Museo Internazionale Design Ceramico
Lungolago Perabò, 5 –  Cerro di Laveno Mombello
Fino al 30 marzo 2014
Orari: martedì dalle 10.00 alle 12.30
da mercoledì a domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30
Per info.: tel.0332 625551
www.midec.org
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Segnaliamo anche la pagina Pinterest  dove è stata realizzata una bacheca di immagini delle opere di Bonardi: www.pinterest.com/mideccerro/renato_bonardi_contemporary_artist