AnnibaleAnnibale

L'elmo di Scipio Annibale e Scipione: il lungo infinito duello durato poco meno di vent'anni. Prima per interposta persona e poi, in crescendo fino all'epico faccia faccia nella piana assolata di Zama, in Numidia, che segnò, la sconfitta ma non ancora la distruzione finale del grande generale cartaginese e della sua città. Era il 202 avanti Cristo. Già nel 218, all'indomani della ciclopica traversata delle Alpi, Annibale si era trovato di fronte uno degli Scipioni, Publio, papà di Cornelio, il futuro vincitore di Zama, per tutti poi per questa vittoria oltremare, 'l'Africano', quello dell'Elmo di Scipio.

Fatal Ticino – L'incontro tra il generale Annibale e Publio Scipione avvenne qui tra di noi, lungo il Ticino. Un dato storicamente incontrovertibile. Nell'Ottocento, l'esimio storico locale, l'abate Giovan Battista Giani credette di rintracciare le tracce di quello scontro sulle colline al Monsorino e nelle zone limitrofe: reperti funerari, per lo più vasi di produzione locale utilizzati, questa la sua intuizione, dai romani, per conservare le ceneri dei propri morti. Sulla base di questi ritrovamenti, della disposizione dei reperti, il Giani, professore di latino e di greco e profondo conoscitore di culture antiche scrisse un libro divenuto poi punto di riferimento negli studi golasecchiani: "Battaglia del Ticino tra Annibale e Scipione", edito nel 1824.

Mauro SquarzantiMauro Squarzanti

Libro da museo – Il volume, poi, è stato messo in discussione nel merito. Non al Monsorino sarebbe avvenuto il contatto tra i due eserciti, ma forse nella piana di Galliate, o forse a Turbigo. L'opera, in ogni caso, è diventata un pezzo da museo. E come è tale sarà l'oggetto di una dotta presentazione da parte del professor Mauro Squarzanti, conservatore onorario della sezione archeologica del Museo di Sesto Calende, sabato 29 nell'ambito delle iniziative previste per Una notte al museo.
L'opera dell'erudito è la punta di diamante di una serie di nuove acquisizioni librarie che vanno ad arricchire la biblitoteca archeoogica di Sesto che vanta già collezioni del Sibrium e del Verbanum, a cui, oltre al Giani, si è aggiunto di recente anche l'edizione del 1881, del Quaglia, "Dei sepolcreti antichi scoperti in undici. comuni del circondario di Varese", altro prezioso documento bibliografico della cultura dell'età del Ferro

Il Museo sale – La notte al Museo sestese sarà infine l'occasione per conoscere da vicino una nuova collezione entrata a far parte del nucleo storico del patrimonio espositivo locale. La Collezione Mattana, altro lascito privato, composto da urne, elementi di corredo funebre, coppe bicchieri della civiltà di Golasecca, rinvenuti all'inizio del secolo scorso e che oggi trovano dimensione museale grazie all'allargamento reso possibile dalla dislocazione altrove della collezione faunistica del museo. Ma soprattutto dalla unicità vocazionale di Sesto Calende, capace nel terzo di millennio di farsi faro di una civiltà, quella di Golasecca, appunto, come in epoche remote. Secondo il nostro modesto avviso uno degli appuntamenti più significativi della notte dei musei.