Un'opera in mostraUn'opera in mostra

La musica segreta del maestro – La mostra dedicata alla collezione d'arte di Arturo Toscanini "La musica segreta del Maestro", inaugurata di recente a Villa Giulia di Verbania, scopre nuovi e meno conosciuti aspetti del personaggio, rivelando scampoli di privato illuminati dalla luce radiosa del Lago Maggiore.
Aperta al pubblico fino al 5 agosto (ma, chissà perché, solo dalle 17 alle 22), curata da Renato Miracco con la Fondazione Mazzotta, accosta tra loro 54 importanti pezzi d'arte collezionati dal maestro tra Ottocento e Novecento, segno della sensibilità di Toscanini per l'arte in generale.

La conoscenza dell'estimatore raffinato
– Sentimento che, smussando gli angoli della spigolosa ufficialità dell'impetuoso direttore, lo dice attento conoscitore ed estimatore dell'avanguardia della seconda metà dell'Ottocento: dai Macchiaioli al Divisionismo, alla Scapigliatura, alla scuola di Posillipo. La collezione, già esposta a New York e a Parma, a Verbania s' arricchisce di nuovi documenti e fotografie, rivelando- accanto a dipinti, sculture, disegni, vetri e ceramiche – interessanti intrecci tra affari privati, affetti, e luoghi amati. Come l'Isolino San Giovanni, di proprietà dei Borromeo.

Tranquillo Cremona, Angelica, part.Tranquillo Cremona, Angelica, part.

Il lago nel cuore – Ricordando Toscanini e la ricorrenza dei cinquant' anni dalla sua morte, i mezzi di informazione citano Parma e New York, ma nessuno o quasi, tranne le testate locali, menziona gli eventi che a Verbania celebrano il maestro e raggiungeranno il culmine con la grande manifestazione concertistica di inizio agosto diretta da Lorin Maazel. Eppure la piccola Isola di San Giovanni e il territorio pallanzese entrarono concretamente nel cuore e nella vita del maestro soprattutto a partire dal 1932, anno dell'affitto dell'isola, come dimostra la rassegna con i contratti recuperati dall'archivio Borromeo, a opera del tenace Pisoni del Magazzeno Storico Verbanese.
Le carte furono in realtà firmate dall'energica moglie, Carla de Martini, che si occupò fin da subito di dar concretezza al sogno del consorte di avere casa sull'isola, provvedendo poi a migliorare la dimora e il giardino.

Quelle particolari partiture – Il maestro, da parte sua, non usò mai altro strumento di lavoro – si apprende ancora dalla mostra – che non fosse la bacchetta per dirigere. L'impeccabile direttore mai avrebbe imbracciato una vanga o una zappa per rimboccare un pezzo di terra, seppure amato. Contribuì però a sua volta ad arricchire le sue abitazioni con importanti opere d'arte. Come ricorda in catalogo il nipote Walfredo tutti i dipinti erano posti sui muri di casa, quasi a formare una partitura musicale: "Una moltitudine di dipinti appesi dappertutto accompagna i miei primi ricordi della casa in via Durini a Milano. A cominciare dall'ingresso dove erano esposti i dipinti più grandi, per lo più paesaggi, e un enorme tela di Telemaco Signorini che oggi si intitola La toilette del mattino ambientata in un salone (che poi da grande scoprii esser una casa di malaffare). Ma la concentrazione più sorprendente si trovava in un ampio corridoio che dal soggiorno portava in cucina, e lì i quadri, illuminati dalla luce naturale, erano appesi a circa un metro dal pavimento fino al soffitto, in file verticali, ricoprendo interamente le pareti".
La rassegna ben evidenzia la luminosa pagina della intensa e fedele amicizia di Toscanini con Vittore Dragon de Grubicy splendido pittore, scopritore e collezionista di artisti a sua volta. Di lui sono visibili in mostra diverse opere dedicate al Verbano.
Si tratta di paesaggi che il pittore, nato a Milano ma con radici lombardo-magiare, ben conosceva. Per sei lunghi inverni l'aristocratico, squattrinato Grubicy, dismessi i panni di mecenate, gallerista e critico, aveva finalmente assecondato in solitudine, in una modesta casa agricola di Miazzina, la sua umile volontà di essere finalmente pittore. Fino ad allora aveva trascurato la personale attitudine, dipingendo solo di notte, per far emergere altri talenti ; talenti non da poco, se si chiamavano Segantini, Fattori, Morbelli.

Un'opera in mostraUn'opera in mostra

Amici fino all'ultimo – Toscanini divenne molto amico del critico e collezionista, ma fu soprattutto ammaliato dalla intensa suggestione musicale che riconosceva alla sua pittura, tanto che arrivò a possedere ben sessanta sue opere, con alcuni capolavori, come Mare di nebbia e Notte lunare. Gli fu fedele al punto di essere presente al momento del trapasso. Vittore lo aveva designato suo esecutore testamentario, insieme con Arturo Tosi.
Furono Tosi e Toscanini a decidere la destinazione di molte opere di Grubicy, ora in buon numero appartenenti alla Cassa di Risparmio di Livorno.

La musica misteriosa di Grubicy
– Grubicy morì nel 1920 e Toscanini comprò casa sul Verbano dodici anni dopo. L'incontro tra i due era avvenuto probabilmente a Milano, come suggeriscono i biografi, in occasione di un evento legato alla Casa Ricordi. Ma la conoscenza di Grubicy e dei suoi straordinari oli lacustri e montani, di atmosfera inimitabile, dovette comunque servire ad accrescere in Toscanini il suo desiderio di frequentazione del lago Maggiore. "Sono per lui musica misteriosa che va insinuandosi a poco a poco. Musica leggera, inafferrabile, eppur così calda d'armonia ma ci vuol l'anima con le orecchie per sentirla", gli scriveva nel 1915 Toscanini, ammirandone estasiato i paesaggi.

Il consigliere – Grubicy fu il consigliere raffinato della collezione del maestro. Lo provano in mostra, tra le diverse opere, tre splendidi Previati realizzati attorno al 1890, una bella opera di Fattori, le sculture di Giuseppe Grandi e Vincenzo Gemito (Bambino che pesca,1879), l'acquarello su carta Angelica, del 1877 di Tranquillo Cremona, un altro dei protetti di Grubicy. E un piccolo Silvestro Lega, del 1856, omaggio personale di Grubicy a Toscanini.

Dietro all'uomo una grande donna
– Un'ultima notazione, non secondaria, ci arriva dalle sponde del buon ritiro pallanzese di Toscanini.
Dicevamo della moglie Carla. Dalle carte emerge silenziosa, ma fondamentale, la figura di lei. Discreta, nell'ombra, madre di quattro figli, di cui uno, Giorgio, morto di difterite in tenera età (e puntuale Grubicy lo ritrasse). Quel fazzoletto di felicità sul lago, strappato agli affanni e all'impegno per tener testa al talentuoso e impaziente compagno di una vita, quella casa piena di belle cose, con il giardino fiorente sull'acqua, fu in gran parte una conquista di lei.


La musica segreta del maestro

Villa Giulia
7 luglio – 5 agosto
orari: 17-22
info: 0323-503249