La copertina del volume di Marino ViganòLa copertina del volume di
Marino Viganò

L'impronta del genio di Vinci – Locarno guadagna terreno e si conferma non solo capitale internazionale del cinema, ma anche custode dell'unico complesso architettonico disegnato da Leonardo da Vinci tuttora esistente. Situato ai margini del centro storico della città svizzera, l'antico Castello visconteo venne demolito nel 1532 per ordine dei XII Cantoni sovrani della Confederazione elvetica, che avevano preso la rocca nel 1513. Ma ancora oggi resta integro un baluardo pentagonale da ricondurre alla paternità del grande maestro toscano.
L'affascinante ipotesi, che ha richiamato l'interesse di studiosi ed esperti internazionali, porta la firma di Marino Viganò (Varese 1961), dottore di ricerca in Storia militare presso l'Università di Padova ed esperto di Storia dell'architettura militare e delle relazioni internazionali. Sono oltre 450 le pagine del suo poderoso volume "Leonardo a Locarno. Documenti per una attribuzione del «rivellino» del castello 1507" (Edizioni Casagrande) dove descrive la straordinaria vicenda storica dell'antico maniero visconteo, un tempo adagiato sulla sponda occidentale del Lago Maggiore o Verbano.

Tracce d'indagine – Ma che cos'è un «rivellino»? E che ci

Anonimo, "Castello de Milano nel tempo delli duchi sforzeschi",Anonimo, "Castello de Milano nel tempo delli
duchi sforzeschi", disegno a penna acquerell. BAM

faceva Leonardo da Vinci in quel di Locarno? È pur sempre dal principio che si deve raccontare una storia. Il «rivellino», o revellino, era nelle antiche fortificazioni un' opera addizionale che aveva lo scopo di aumentare la capacità di difesa, creando un maggior ostacolo all' attaccante. Una sorta di punta d'avanguardia o di "sperone" difensivo. L'indagine documentatissima di Marino Viganò fa emergere numerosi elementi legati alla datazione, alla committenza e al progetto architettonico del bastione. Il quale fu innalzato nell' estate del 1507 durante i giorni di Luigi XII, re di Francia e duca di Milano; committente si è rivelato Charles II d' Amboise, signore di Chaumont e governatore della Lombardia.

È infatti l'alba del 1499 quando i francesi prendono il Ducato di Milano. E da allora, fu tutto un costruire di fortificazioni e avamposti militari lungo le piazzeforti più esposte del loro vastissimo dominio: da Lodi a Milano, da Pavia a Como e Lecco, fino a Bellinzona. Il caso di Locarno, dunque, si situa in un processo di fortificazione generale. E nel 1507 a Milano c'era un solo fiorentino con le conoscenze ingegneristiche adeguate: Leonardo da Vinci.

Il Professor Marino ViganòIl Professor Marino Viganò

Molto più che qualche indizio – Sin dal principio delle sue indagini, il «rivellino» è parso a Marino Viganò come un elemento straordinario, estraneo allo stile del castello e di datazione più tarda rispetto alle strutture della rocca. Leonardo può essere stato l'unico autore in grado di progettare un edificio così funzionale e moderno. Lui che, già ingegnere militare al servizio di Ludovico Maria Sforza, aveva consegnato disegni ai francesi per due rivellini simili per il Castello sforzesco di Milano, terminati nel gennaio 1500. E Johann Rudolf Rahn, storico zurighese dell' arte del canton Ticino, notò già alla fine dell' Ottocento: «Questa costruzione ricorda un disegno fatto da Leonardo da Vinci in un manoscritto della Bibliothèque de l'Institut». E per Marino Viganò i documenti inducono a credere che questa intuizione sia assai verosimile.

Rigore storico – Il nome di Leonardo da Vinci come

Render del rivellino del castello di Locarno (Acc. ArchitetturaRender del rivellino del castello di Locarno
(Acc. Architettura di Mendrisio)

progettista del rivellino svizzero è ormai un fatto acquisito, attestato, tra gli altri, anche da Carlo Pedretti e Pietro Cesare Marani. Frutto di ben sette anni di ricerche d'archivio (la pazienza premia!), il volume di Viganò apre un capitolo di storia locarnese rimasto finora pressoché sconosciuto – dal 1499 al 1513 – durante il quale Locarno diventa l'avamposto del ducato milanese di fronte alla potenza confederata. Troneggia nel mezzo del poderoso saggio, un ricco inserto iconografico con fotografie, planimetrie ed elaborazioni architettoniche in 3D. Ma ciò che veramente stupisce nel volume fresco di stampa è la straordinaria messe di confronti, riscontri, analisi comparate e documenti compulsati, citati e allegati. Scrive Marani nella prefazione: "Raramente si ha modo di notare una profusione di conoscenza, un'erudizione raffinata e aggiornata circa il tema dell'architettura militare nel cosiddetto "periodo di transizione", o, meglio, agli albori della moderna architettura fortificata, e un approccio così rispettoso a Leonardo, nel momento in cui la sua figura e, forse, la sua attività come ingegnere militare vengono evocate a proposito di un monumento antico – qual è il puntone, o bastione, o «rivellino», aggiunto al Castello visconteo di Locarno -, quali quelle che Marino Viganò ha condensato in questo volume, che si segnala importante per la ricerca archivistica, l'indagine storica, e l'interpretazione del baluardo, prima ancora che per la sua attribuzione a Leonardo. (…) Ringraziamo dunque Marino Viganò per questo prezioso volume che invita a proseguire le ricerche su Leonardo in ogni direzione, non solo nel campo della storia dell'architettura, ma anche in quello della storia della scienza e della tecnica".