Qualche giorno fa, due illustri ospiti giunte a Varese, Paola Antonelli e Luisa Bocchietto, hanno parlato dello stetto rapporto tra design e industria.
A Varese, è stata presentata alla stampa la mostra: "Design per mamme. Cosa può fare il design per assistere il parto e la cura del bebè".

Nuove frontiere del Design – La Facoltà di Design e Arti dell'Università IUAV di Venezia ha presentato, presso l'Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, una mostra di progetti dedicati a un tema insolito, ma di grande attualità: come il design può assistere la maternità?

Alcune possibili risposte stanno negli oggetti pensati e sviluppati all'interno del laboratorio di design medicale tenuto da Medardo Chiapponi, che da più di 15 anni si occupa dell'argomento.

Le proposte esposte, dall'idea iniziale ai prototipi, non solo cercano di rispondere alle nuove esigenze delle

donne nella multiculturale società globale ma, pur ispirandosi ad un maternage ad alto contatto, tengono conto dei corpi "urbanizzati" delle mamme d'oggi, ben diversi da quelli delle società rurali tradizionali.

Così, per esempio, nasce l'idea di un reggiseno che oltre alle coppette intercambiabili, quelle riscaldanti per ovviare al problema degli "ingorghi", quelle assorbenti e quelle semplicemente rimovibili per allattare con facilità, sostiene spalle e scapole per il mantenimento di una postura corretta.

Poi, una culla che consente, anche in ospedale, un cosleeping sicuro mamma-bebè; e ancora un seggiolino per auto da cui rimuovere una fodera-marsupio per non svegliare il bimbo quando si addormenta!
Una borsa che diventa un cuscino per l'allattamento con un ventaglio per la privacy; sensori per il monitoraggio del parto che, grazie alla loro ergonomicità, permettono al corpo di muoversi attivamente; un cerotto-termometro che suona se la febbra di notte si alza; una vaschetta per il bagnetto, morbida e così poco ingombrante da essere stata battezza "Sottiletta".