Busto Arsizio, particolare della Ca’ BiancaBusto Arsizio, particolare della
Cà Bianca

Le città moderne vivono una crescita continua, e quindi la necessità di spazi aumenta in maniera esponenziale. Tutte le città però presentano un centro storico, con edifici di elevato valore artistico, risalenti a epoche diverse, documenti reali della storia della città. Per questo è necessario che una corretta progettazione edilizia tenga conto di queste preesistenze.

Non si parli di immobilismo!
come sottolinea l'architetto Ferrario gli antichi edifici devono essere salvati non per volontà di fermare l'innovazione. Demolirli significherebbe cancellare una parte del passato, perdere un periodo storico, la ricchezza comune della città.

La Ca' Bianca.
A Busto Arsizio qualcosa potrebbe accadere, con la cosiddetta Ca' Bianca, edificio posto in via Biancardi angolo via Pisacane, in una zona caratterizzata da ville della prima metà del Novecento. Interventi moderni in questa area potrebbero compromettere la qualità ambientale, si tratterebbe di una ulteriore perdita di un bene, che, per usare le parole dell'Architetto Ferrario "appartiene non solo a chi l'ha acquistata per demolirla, ma anche alla collettività, a chi quell'ambiente urbano lo vive tutti i giorni".

Un difficile connubio.
In effetti è difficile intervenire là

Busto Arsizio, particolare della Ca’ BiancaBusto Arsizio, particolare
della Cà Bianca

dove la storia ha lasciato le sue tracce, perché si rischia di rovinare e peggiorare la situazione, creando un contrasto troppo forte fra antico e moderno. Come fare? da una parte c'è un patrimonio da salvare, c'è la storia minuta, delle città e dei piccoli centri, dall'altra il progresso, progetti edilizi, a volte purtroppo anche speculazione. Tuttavia è possibile trovare un "accordo" fra le parti.

La proposta.
L'Architetto Ferrario, in accordo con le più recenti teorie di conservazione dei beni architettonici, ritiene che lo spazio più adatto alla sperimentazione sia fuori dai centri storici. È quindi necessaria una divisione fra le aree, dove intervenire con dei recuperi architettonici, e le altre dove invece sperimentare nuove forme. Sarebbe inoltre auspicabile che nei Piani di gestione territoriale sia previsto un censimento dei valori architettonici cittadini, una base comune da cui partire per le fasi di programmazione urbanistica.
Esistono quindi proposte che riescono a conciliare antico e moderno, salvaguardando l'anima delle nostre città.
Simbolo, per rubare le parole dell'Architetto Ferrario, che "una urbanistica dove anche la qualità del vivere e non solo le volumetrie realizzabili siano l'interesse prevalente è ancora possibile."