Ad aumentare fascino e interesse concorrono i nomi di prestigio degli oltre venti artisti presenti in esposizione per una percorrenza che va dalla terra al cielo e viceversa.
Appena varcata la soglia, lo sguardo è catturato dall’aquilone di Richard Smith, in lento movimento ad ogni alito d’aria, mentre immutabili in tutta la loro coesione materica sono “I segni della terra” di Nanni Valentini.

Di terre lontane e maculate da frastagliate morfologie racconta il lavoro di Amedeo Martegani.
L’operazione messa in atto da Giannetto Bravi, estrapolata dal più ampio progetto “Operazione Vesuvio” porta dalla terra al solidificato magma vulcanico con un invaligiamento metaforico delle proprie origini.
Il momento di passaggio dalla terra al cielo è dettato dal lavoro di Aldo Tagliaferro, “Sopra/sotto un metro di terra. Rapporto intimistico”, dove alla perfetta geometria di uno scavo fa da controcanto a una libera composizione di nubi. 

Et voilà, il cielo in tutta la sua inquietante e suggestiva potenzaraffigurata dall’impeto dei tornado, da Francesco Pedrini.
Altresì la ricerca fotografica di Aurelio Andrighetto tende a fissare la percettività del confine che separa la visione diurna da quella notturna portando lo sguardo dalla realtà al sogno.
Collettiva – “Infinite sono le cose tra cielo e terra che gli uomini non conoscono”
Milano – Galleria Milano, Via Manin 13, Via Turati 14
Fino al 16 settembre

Orari: lunedì 16-20; martedì-venerdì 10-13/16-20; sabato 10-13
 

Mauro Bianchini