La Chiesa di Sant’Antonio Abate, posta nel centro storico di Gallarate, si affaccia su Piazza Ponti. Di minuscole proporzioni, oggi appare quasi ‘sommersa’ dai palazzi adiacenti. Si hanno poche notizie sulle sue origini, anche se probabilmente fu costruita sui resti di una precedente. Tuttavia si sa con certezza che già nel XV secolo esisteva in questo luogo un oratorio, detto appunto oratorio di Sant’ Antonio. La chiesa, nella sua conformazione odierna, è stata realizzata nel Settecento, in uno stile barocco misurato e armonioso. È noto che il progettista della struttura fu Biagio Bellotti, architetto e pittore attivo nella seconda metà del ‘700.
 La storia della chiesa di S. Antonio è sempre stata legata alle proposte di abbattimento (già nel 1788 si voleva erigere al suo posto una scuola di filatura con una manifattura di cotone), di tutela di conservazione e di continui restauri fino ad arrivare ai giorni nostri. Tra i lavori di restauro ricordiamo l’abbattimento del campanile e l’apertura di una facciata sul lato opposto rispetto a quello sul quale c’era la facciata originaria.Il culto di S. Antonio Abate, l’eremita della Tebaide vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo d.C., è sempre stato vivo nella nostra zona, sia come protettore degli animali sia a salvaguardia del fastidioso “Fuoco di S. Antonio” e dei malanni in genere. In passato era usanza la benedizione degli animali domestici davanti alla chiesa nel tardo pomeriggio del 17 gennaio e l’oleografia del Santo era di norma sulla porta di ogni stalla e nelle case coloniche.

La Chiesa, che ancora oggi conserva la struttura architettonica e in parte ornamentale così come progettata dal Bellotti, si caratterizza per i quattro riquadri affrescati in cui il Bellotti raffigura episodi della vita del Santo e per le quattro vetrate, eseguite su progetto di Silvio Zanella nel 1962. In queste le scene raffigurate mostrano momenti della vita di Gesù: la lavanda dei piedi, l’ultima cena, la moltiplicazione dei pani e dei pesci e Marta che spalma l’unguento sui piedi di Cristo. La tradizione delle vetrate viene rinnovata dalla definizione sintetica delle figure e dall’uso sapiente del colore che si fa elemento formale costante nella ricerca sui toni di Zanella.

Oggi la Chiesa di Sant’Antonio Abate è anche adoperata come sede di importanti mostre temporanee oltre a mantenere la sua funzione di luogo di culto.

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Eleonora Manzo