Con quasi tre anni di ritardo rispetto alle celebrazioni del bicentenario si riaccendono i riflettori su Giovanni Carnovali, il Piccio, la più grande gloria pittorica della pittura ottocentesca italiana e vanto legittimo delle valli lombarde. Sarà Cremona, ultimo approdo biografico dell'artista nativo di Montegrino Valtravaglia, ad ospitare una vasta mostra (Centro Culturale Santa Maria della Pietà dal 24 febbraio al 10 giugno 2007) con 150 pezzi, tra olii, disegni e bozzetti, provenienti dal Louvre, dagli Uffizi, da Brera, dall'Accademia Carrara di Bergamo, dal Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, dal Museè des Beaux Arts di Bruxelles e da altre prestigiose collezioni private, in grado di riassumere il percorso di questo gigante dell'arte, messo a confronto con i suoi contemporanei e i suoi successori.

La buona notizia va ad aggiungersi ad un altro particolare non insignificante: l'Associazione Amici del Piccio di recente costituitasi a Montegrino, presieduta dalla combattiva signora Carolina De Vittori, lo stesso comune di Montegrino e la Provincia di Varese saranno della partita, in virtù in rapporto nato con le istituzioni di Cremona già nel 2004 al tempo delle celebrazioni montegrinesi per il bicentenario della nascita del Piccio.

Carolina De VittoriCarolina De Vittori

"Già allora – ricorda la De Vittori – invitammo il sindaco di Cremona a Montegrino, sollecitandolo ad promuovere iniziative legate all'artista. Vi era da superare una certa rivalità tra le due città del Piccio per eccellenza, Bergamo e Cremona. Alla fine si vede che si sono messi d'accordo per Cremona. E siamo contenti di essere stati invitati ad apporre i nostri loghi nella comunicazione dell'evento, e ad essere presenti nel bookshop della mostra".

E non solo: una conferenza stampa in Villa Recalcati promuoverà direttamente l'evento sul territorio d'origine del pittore, gratificando gli sforzi notevoli e meritevoli fatti dall'associazione in questi ultimi anni. Ed è già in corso, rivela la stessa De Vittori, una attività di sensibilizzazione nelle scuole, così come nelle università degli anziani, per promuovere visite guidate direttamente nei luoghi della mostra.

A più di trent'anni dall'ultima grande retrospettiva, a Bergamo nel 1974, l'occasione cremonese promette dunque di essere un punto fermo nella ricerca storica sulla figura che fin tra i suoi contemporanei apparve come altro rispetto al suo tempo: in grado di assimilare esperienze internazionali, la pittura francese di paesaggio su tutte, e trasporle in stupefacenti opere devozionali, piuttosto che nei ritratti degli intellettuali o dei borghesi del tempo. La mostra gode di un comitato scientifico che  allinea, tra gli altri, Pier Luigi  De Vecchi, già autore del Catalogo Ragionato del Piccio, uscito nel 1998,  Fernando Mazzocca,  altro illustre ottocentista,  Giovanni Valagussa, conservatore della Gamec di Bergamo, Mario  Marubbi, conservatore dell'Ala Ponzone di  Cremona.

E Varese? Sono passati 55 anni dalla mostra curata da Marco Valsecchi, a Villa Mirabello, per celebrare il venticinquesimo anniversario della Provincia e poco più di una decina da quella in Sala Veratti che documentava la raccolta di splendidi disegni della collezione di Piero Chiara appena acquistata dal Comune. Da Cremona non sono giunte richieste di prestito per l'occasione. "Avremo a breve un incontro con l'Associazione – annuncia il direttore dei Musei Civici Alberto Pedroli – non è detto che si tra la primavera e l'estate prossima non si possa organizzare qualcosa sul Piccio anche a Masnago, in concomitanza. Portare qui la mostra da Cremona? Sarebbe forse troppo impegnativo".