Scettri - ph. Walter ZerlaScettri – ph. Walter Zerla

Il percorso – La celeberrima Colonna del viaggiatore del 1962 in cima alla Salita della Motta, a dominare il borgo, quasi un messaggio aurorale del percorso che da lì in poi avrebbe preso la sua scultura. Poco più in basso, sulla terrazza di Palazzo Gemelli, cinque poderosi Scettri del 1988, alti poco meno di sei metri ciascuno. E poi a scendere verso il lago, la Torre a spirale del 1994, a in riva al lago nella centrale Piazza Motta, un modello in fiberglass della universalmente nota Sfera con sfera.
Alle estremità del borgo, il Disco in forma di rosa del deserto e dall'altra parte le Porte del sapere. Sull'isola di fronte, calata con l'elicottero, l'imponente Giroscopio, di quasi tre metri di diametro.

Gli orizzonti dilatati
Arnaldo Pomodoro arriva con la sua 'bellicosa' presenza scenica a Orta e imvolve lo spazio del borgo nella  sua scultura virile, totemica e segnica insieme. In un contesto articolato e difficile da leggere, per lui che predilige, storicamente le distese aperte, gli scorci più ampi, i belvedere, gli orizzonti aperti in cui l'opera, che sia sferica, verticale o parallelepipeda, possa fungere con ogni evenienza da perno visivo centrale, da immediato fuoco ottico. Forse nelle sue vicende espositive la sola piazza in cui l'effetto non era

A. Pomodoro - ph. Bob KriegerA. Pomodoro – ph. Bob Krieger

quello previsto e preventivabile è stata purtroppo piazza Repubblica di Varese, dove la Sfera bronzea e gli Scettri vennero collocati in occasione della mostra del 1998. Troppo poco estetica e troppo dispersiva, anche per Pomodoro.

Questione di centralità
– Sono 16 le sculture monumentali collocate sul lago d'Orta, per un omaggio all'ottantaduenne scultore nativo di Marciano di Romagna: artista tra i più noti, studiati, ed apprezzati del XX secolo, recentemente insignito a San Francisco del Lifetime Achievement for Contemporary Sculpture Award da parte dell'International Sculpture Center e celebrato come Uomo dell'anno 2008 da parte del Museo d'arte di Tel Aviv. Riconoscimenti ultimi che si aggiungono ad altri a sancire fin dai primi anni una centralità ineludibile della sua opera: quello del 1962, alla Biennale di San Paolo, quello dell'anno successivo nell'ambito della Biennale di Venezia, fino ad arrivare al prestigiosissimo Praemium Imperiale ricevuto a Tokyo nel 1990.

Disco in forma di rosa del deserto - ph. Walter ZellaDisco in forma di rosa del deserto
 ph. Walter Zella

Il respiro monumentale – La mostra, curata da Tiziano Verzotti, prende le mosse da una idea dell'Associazione Culturale Operaprima già attiva lo scorso anno quando per le vie e gli scorci del borgo era stata collocata una selezione di Giacomo Manzù altra figura di primo piano della scultura italiana del Novecento. Nella continuità di scelta di alto livello, la discontinuità non potrebbe essere più evidente. Con lo spirito del tempo colto per lunghi tratti della sua attività da Arnaldo Pomodoro; capace di captare in tempi non sospetti, le vibrazioni, la volatilità di una materia che esplode; intuire l'impossibilità di mantenere inerte e intonsa la logica euclidea della forma geometrica; capace di dare a tutto il suo fare un respiro epico da dimensione architettonica ed ambientale. Il suo sogno, del resto, ha confessato anni fa, era quello di costruire qualcosa di altrettanto imponente e duraturo del Ponte Tiberio a Rimini. Il sogno classico di un idealista nato nella terra del Laurana e di Francesco di Giorgio Martini. Ma quella bellezza duratura, anche al classicissimo Pomodoro, non è mai stata data di recuperare, se non nella dimensione nostalgia e della privazione.

Arnaldo Pomodoro
Orta San Giulio (No) – Vie e Piazze dell'Antico Borgo
Dal 6 luglio al 9 novembre 2008
Ingresso: Iibero
Informazioni e prenotazioni: Operaprima associazione culturale
info.operaprima@gmail.com