La casa-museo PogliaghiLa casa-museo Pogliaghi

C'è la casa di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi a Milano, la dimora di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, il museo Luciano Minguzzi sempre nel capoluogo lombardo; c'è la congerie di Gabriele D'Annunzio a Gardone e la casa di Antonio e Marieda Boschi.
E, ancora rimanendo in terra prealpina, la villa dello scultore Vincenzo Vela a Ligornetto.
Nella nostra città, il caso più noto è rappresentato da Villa Panza di Biumo, quello più dimenticato da Villa Pogliaghi al Sacro Monte.

Il fenomeno della casa-atelier d'artista o di collezionista trasformata, in un secondo momento, in museo e in spazio espositivo, è diffusissimo non solo nella Penisola ma in tutta Europa e anche al di là dell'Oceano.
Alcuni fra i casi più eclatanti sono la casa di Gustave Moreau a Parigi, la Wallace Collection di Londra, la Gipsoteca Canoviana a Possagno, il Museo Matisse di Nizza e lo straordinario Lousiana a Humlebaek (ma un'ampia panoramica è consultabile in un bel volume curato da Aldo De Poli, Marco Piccinelli, Nicola Poggi).

Nel libro, la casa di Lodovico Pogliaghi viene citata quale "importantissimo caso di dimora-atelier in una località di villeggiatura (…) evidente espressione della volontà artistica e collezionistica del suo proprietario. L'edificio, realizzato in diverse fasi in circa mezzo secolo di instancabile lavoro, è collocato sul versante sud del paese, in prossimità del tratto di arrivo della Via Sacra. (…) L'edificio principale, eclettico, è caratterizzato per lo più da paramenti murari in pietra faccia vista, con inserti in cotto ed elementi architettonici provenienti da altri edifici, come ad esempio il loggiato, che utilizza elementi architettonici un tempo appartenenti al Lazzaretto di Milano. (…) Il vasto parco che circonda la dimora è stato allestito dall'artista stesso come una mostra a cielo aperto: accanto a rare essenze vegetali si riconoscono reperti di varia provenienza e sculture realizzate, in parte, dallo stesso Pogliaghi. (…) Passando dalla Piccola biblioteca antica, che raccoglie circa duemila volumi e alcuni disegni dell'artista, si raggiunge la Sala rossa, così denominata per il settecentesco parato in damasco di seta che tappezza le pareti".

Ma quanto sanno i varesini della casa Pogliaghi? Quanto posseggono in termini di memoria personale e di

La casa-museo in un'immagine d'epocaLa casa-museo in un'immagine d'epoca

materiale documentario o fotografico? E' possibile condividere questo materiale? Queste sono le principali domande che si pone un gruppo di amici, appassionati di storia dell'arte.
Adotta un'opera è il motto del blog "Ad opera".
L'obiettivo è quello di portare l'arte in mezzo alla gente, di condividere un'esperienza estetica e di discutere un capolavoro dentro ma anche fuori il museo.
Gli intenti rintracciabili nella pagine on line sono: divulgare la conoscenza, puntare al contatto diretto e fisico con l'opera d'arte, progettare una migliore e più diffusa fruizione, a partire dalla comune passione per l'arte, ricercare e divulgare materiale informativo e fotografico riguardante la casa-museo intitolata a Lodovico Pogliaghi.

All'inaugurazione del Rustico Pogliaghi, una significativa selezione di oggetti della collezione erano stati presentati al pubblico. Poi un lungo silenzio, di cui abbiamo già scritto e di cui è già stato diffusamente pubblicato su "Varesefocus" e anche su "RMFonline.it".

Ci piace chiudere così, con una segnalazione del Conte Panza di Biumo: "La casa, il luogo che abitiamo e dove viviamo, è il prolungamento della nostra personalità, è l'immagine di ciò che pensiamo e amiamo. Quando sentiamo un legame, una attrazione per una cosa, vogliamo possederla, per guardarla tutte le volte che lo desideriamo. Quella cosa, vogliamo averla davanti a noi perchè ci procura piacere. Sono molte quelle che vorremmo avere ma che non possiamo avere. Se qualcuna di queste rientra nelle nostre possibilità, faremo tutto il necessario per averla davanti a noi, possederla a nostro piacimento. Diventa una entità, non più oggetto di natura fisica, ma una entità ideale. Ci parla delle esperienze che ci procurano una emozione. E' la nostra vita intima, nascosta dentro la coscienza, che incontra nella realtà un oggetto che ha il potere miracoloso di parlarci dei nostri segreti, che difficilmente riusciamo ad esprimere. Per questa ragione, può essere un luogo che ha una grande importanza. E' sempre una esperienza interessante vedere l'abitazione di una persona, si può ricostruire la sua personalità. Non è importante se l'individuo sia ricco o modesto, sono le piccole scelte le migliori indicazioni su che cosa sente e pensa. Qualche volta sono l'ostentazione di uno stato sociale, oppure il voler adeguarsi a valori culturali che rappresentano una informazione contingente e transitoria sul lungo periodo. Può succedere di conoscere una persona che dimostra competenza, dopo aver visto la casa, provare una delusione, in seguito confermata dai fatti: le scelte di ciò che si vuole attorno a sè sono sempre una cosa importante".