G. B. Piranesi, Capriccio Grottesco, Tav.I, 1747-1749G. B. Piranesi, Capriccio Grottesco,
Tav.I, 1747-1749

Teorico, architetto, scenografo, antiquario e incisore. Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto, 1720 – Roma, 1778), l'architetto veneziano "figlio di Roma", fu un notevole estimatore del paesaggio architettonico italiano, in particolare di quello romano, cui dedicò gran parte della sua produzione calcografica. Il m.a.x museo di Chiasso, in collaborazione con l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma e la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano, rende omaggio alla figura di questo maestro con una sessantina di opere che spaziano dalle Architetture e Prospettive (passando per le Antichità Romane, le Fantasie Architettoniche, i Grotteschi, le Carceri ed i Trofei) fino alle lucide Vedute di Roma, in una sorta di stravagante mappatura topografica della città e del suo "agglomerato di sublimi rovine" (Stendhal).

Teatri della memoria – Partendo da una fedele riproduzione degli antichi edifici, le tavole evocano la profondità del tempo e si popolano di affascinanti ruderi, frutto della fantasia dell'artista. Piranesi immortala i fasti e le rovine dell'antica Roma trasformando le sue

G. B. Piranesi, Antichità romane, 1756, Fond. Mazzotta, MilanoG. B. Piranesi, Antichità romane, 1756,
Fond. Mazzotta, Milano

architetture e i suoi trofei nei simboli di un inquietante declino fisico e morale: palazzi, ponti, archi trionfali e monumenti, disgregati dal tempo e inghiottiti dall'incolta vegetazione, diventano i teatri di una potenza visiva, e creativa, travolgente. Tra le serie più indicative di questa carica visionaria spiccano senza dubbio i Grotteschi (o Capricci), surreali grovigli compositivi che mescolano natura, architettura e fantasia, e le Carceri, architetture "impossibili" attraversate da scale (infinite), ponti levatoi e realistici strumenti di tortura (catene, corde e ruote dentate).

La modernità di Piranesi –
Un pensiero incredibilmente attuale quello di Piranesi che, con le sue sovrapposizioni di monumenti e spazi, reali e inventati, porta la prassi dell'incisione a livelli altissimi. La sua padronanza della tecnica incisoria – evidente nella modulazione dei contrasti tonali attraverso la ripetuta morsura delle lastre – è documentata in mostra dalla presenza di alcune matrici autografe che, affiancate ai fogli, permettono di ammirare le camaleontiche variazioni del segno piranesiano. «Mai prima di allora, infatti, la lastra calcografica aveva prodotto immagini con una resa degli effetti così ricca ed espressiva, e con una capacità di variazione del chiaroscuro in grado di "trasformarsi in un'equivalenza del colore"».

Giovanni Battista Piranesi. Opera grafica
Dal 17 febbraio al 1° maggio 2011
m.a.x museo
via Dante Alighieri 6, Chiasso
Per info.: tel. +41 (0)91 682 56 56
info@maxmuseo.ch