Elena Brusa PasquèElena Brusa Pasquè

Tra sacro e profano – Simbolo della perfezione celeste, la sfera, in architettura è una forma troppo sacra per essere utilizzata in modo diffuso. La potenzialità simbolica della sfera evoca il divino e la perfezione. Così come il cerchio possiede le proprietà isoperimetriche nel piano, la sfera è il solido che contiene il maggior volume contenuto dalla minore superficie. "More than less", il più con il meno, era infatti il motto di R. Buckminster Fuller ideatore delle cupole geodetiche. Di fronte ad una forma che Platone considerava, per queste proprietà, trascendente ed allo stesso tempo capace di contenere tutte le altre, ogni architetto sperimenta la propria inadeguatezza. La sfera offre l'intuizione dell'infinito e del finito allo stesso tempo, uno sguardo verso il cuore della terra e verso il cielo. E nello spazio tutto è sferico; lo è la terra, lo sono gli altri pianeti, le stelle ed il nostro sole e la luna. L'energia si espande in modo centrifugo e le stesse forze si contraggono secondo linee centripete: raggi di sfere. Anche l'atmosfera che ci avvolge è sferica. La sfera ha una rapporto con l'ignoto con la morte e l'eternità. E questo si percepisce guardando le utopie settecentesche di C. Nicholas Ledoux con il suo edificio sferico per la casa delle Guardie Campestri di pochi anni successivo alle opere monolitiche e monumentali di Etienne-Louis Boullée, che, con il suo Cenotaffio neoclassico, dalle dimensioni esagerate, fece un omaggio a Newton, scrivendogli, dopo un secolo dalla sua morte: "con la vastità della tua sapienza e la sublimità del tuo genio hai determinato la forma della terra, così ho concepito l'idea di racchiuderti nella tua stessa scoperta"

Esperienze ed esperimenti – Dopo alcuni tentativi falliti negli USA, solo Wallace KHarrison e André Foulhoux realizzarono, una sfera di ben 180 m di diametro, il Perisphère nel Queens, per la fiera mondiale del 1939, un'opera architettonica ciclopica che fu demolita solo pochi anni dopo per motivi bellici. Il progetto era frutto di una serie di studi che dalla fine degli anni 20 B. Fuller

Biosphere, Expo 1967 MontrealBiosphere, Expo 1967 Montreal

conduceva sulle cupole geodetiche. Nella topologia sinergetica di Fuller non esistono solidi ma la materia è energia. Il concetto di punto è sostituito dal termine evento energetico. Le esplorazioni nel mondo della natura e la ricerca scientifica, scopriva proprio in quegli anni una natura infinitesimamente piccola la cui geometria, visibile solo al microscopio, era tendenzialmente sferica così come tutto ciò che si muove e che vive nell'universo.

L'italiano A. Pilutti nel 42 cercò di emulare l'esperienza americana proponendo una gigantesca sfera per il palazzo della Civiltà Italiana che rimase solo un sogno in un cassetto. Nel dopoguerra le architetture sferiche erano il segno riconoscibile degli Advanced Gas cooled reactor e delle forme caratterizzanti i gusci esterni dei reattori nucleari. Solo Buckminster Fuller ed i suoi seguaci proseguirono nella realizzazione di cupole geodetiche a tutti i livelli, soprattutto per coprire ampi spazi come Sale espositive ed impianti sportivi. Lo svizzero Bernard Tschumi ruppe l'incantesimo delle architetture sognate e nel Parc de la Villette a Parigi realizzò nel 1980 un Géode composto di triangoli in acciaio specchiato, dove si riflette il parco intorno, per realizzare la sala per la proiezione emisferica. Nel 98 Calatrava a Valencia realizzò il suo Planetario sferico come un bulbo oculare nascosto da una grande palpebra che chiudendosi si rispecchia nell'acqua, un omaggio forse al regista spagnolo Bunuel. Proprio recentemente la Sfera riappare protagonista nelle forme d'arredo, realizzando lampade da terra, da sospensione, popolando così la maggior parte degli oggetti di design e contaminando il mondo dell'architettura con case sferiche sospese agli alberi o case igloo coperte da cupole geodetiche trasparenti.

RadiolariaRadiolaria

Nuove sfere – Anche la proposta avanzata a Boris Johnson, il sindaco di Londra, per le olimpiadi del 2012 si ispira alle sfere. Si chiama The Cloud e consiste in una torre alta 120 metri, su cui è sospesa una fitta serie di bolle in plastica ETFE, sulle quali è possibile creare giochi di luce e far scorrere informazioni in tempo reale, quali meteo, news e risultati degli incontri, ma anche invitare i turisti a passeggiare e osservare il panorama. EFTE è trasparente, autopulente, riciclabile, ha una resistenza elevata ad altissime temperature. E pesa 99% in meno del vetro. Si chiama Etfe, etilene tetrafluoroetilene, ed è il materiale che sta per rivoluzionare il volto dell'architettura moderna. È ormai da circa una quindicina di anni che architetti e ingegneri hanno cominciato a sostituire il vetro e altri materiali tradizionali con questo polimero termoplastico in opere ambiziose e futuristiche in varie parti del mondo. The Cloud si propone anche come un ampio sforzo di raccolta energetica: la gente può scegliere di salire a piedi o in bicicletta e l'energia delle persone è convertita in elettricità e rimessa in circolo grazie agli ascensori, dotati di rottura rigeneratrice, simile a quella presente nelle automobili ibride. Questa, unita all'energia solare raccolta con le cellule fotovoltaiche, presenti sia alla base che all'interno delle sfere, permette di raggiungere la neutralità del carbonio, grazie al quale la Nuvola trasforma tutta l'energia usata, rendendola nuovamente disponibile.

L'universo comincia a sembrare
più simile ad un grande pensiero
che non a una grande macchina,
James Jeans, astronomo e fisico

La potenzialità simbolica della sfera evoca il soprannaturale, l'ignoto, l'infinito, il pensiero in continua espansione. Luogo privilegiato di eventi energetici equidistanti è la sfera che c'è anche quando non si vede. Viviamo su una terra che è sferica, ma non ne percepiamo la sfericità; siamo immersi in sfere energetiche che ci avvolgono, campi magnetici, energie cosmiche e plasma luminosi che si intuiscono per l'espansione del nostro pensiero, come accade nella fisica quantistica per gli atomi e i quanti di luce che a volte trascendono la scienza. Tutto in natura tende alla rotondità: dai turbinii del vento, alle nubi, ai nidi degli uccelli. La natura infinitesimamente piccola è rotonda così come tutto ciò che si muove e vive nell'universo, dalle gocce d'acqua della pioggia ai radiolari del plancton marino.