Il film di Gianluca e Massimiliano De Serio, Un Ritorno, 2013 è stato prodotto da Museo Chiama Artista progetto di
AMACI, lʼAssociazione dei Musei dʼArte Contemporanea Italiani, dedicato alla produzione di nuove opere per presentare e diffondere gli esiti della ricerca di giovani artisti italiani.

Ogni anno una differente produzione viene supportata dallʼassociazione, per essere poi presentata nei musei italiani membri dellʼAssociazione.
Per la prima edizione di Museo Chiama Artista, a cura di Ludovico Pratesi e Angela Tecce, i Direttori dei musei AMACI hanno scelto di commissionare la realizzazione di una nuova opera ai gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio, che da diversi anni coniugano il loro percorso di artisti visivi con la carriera cinematografica, in una costante ricerca di equilibrio tra la fotografia, nella quale sono maestri, e i propositi artistici.

Da questa "chiamata" ha preso forma il film Un Ritorno, nato in un momento di crisi creativa degli artisti, e dalla loro necessità di capirne le ragioni e superarla. Avvalendosi della collaborazione di Giuseppe Regaldo – ipnotista esperto in tecniche dʼipnosi rapide – la coppia di artisti diventa soggetto e oggetto di un esperimento di ipnosi simultanea: in questo stato dialogano e si filmano, intrecciando il discorso con i ricordi di infanzia fino al momento prenatale, in cui erano nel ventre materno, in un processo di regressione progressiva senza la mediazione del racconto.

Un Ritorno cerca di portare a compimento il trasferimento
della crisi da esterna (creativa) a interna (identitaria), attraverso uno sguardo incrociato puntato su quella zona normalmente invisibile che è lʼinconscio.

Deserti. Un antE-film, è un documentario scritto e diretto da Maria Giovanna Nuzzi, artista vincitrice del XXIV Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate. Il lavoro nasce da un lungo processo di ricerca iniziato presso dall'artista presso la Jan Van Eyck Academie (Maastricht, NL) e di cui al MA*GA
vengono presentati gli scatti fotografici intitolati Repérages. Al-rumûl: forms-of-life and dwelling.

Repérages si presenta come una serie di scatti fotografici, accompagnati da alcuni passaggi testuali, riportati direttamente a parete. L'opera è rivolta alla realizzazione di un ante-film, un processo di costruzione per parole e
immagini di una futura produzione filmica, percorso questo che, rispetto alla finalizzazione, ha una sua complessa
autonomia estetica e narrativa.

L'opera, in questo senso, si interroga su quanto il prender forma di una struttura narrativa (come quella di un film) possa o non possa avere una consistenza o di converso una precisa identità.
Mariagiovanna Nuzzi dedica la propria ricerca alle forme dell'abitare, alle forme di vita o alla sopravvivenza nel deserto, il quale può essere inteso, prima di tutto in senso letterale, come punto di partenza dell'intero lavoro. Questo è un luogo, Al-rumûl (le sabbie), una terra in cui differenti posizioni rispetto all'abitare sono entrate in conflitto e vengono ricordate grazie ad un processo tenutosi a Beirut nel 1955 in cui si sono scontrate una posizione "occidentale", legata alla definizione della proprietà, ed una più fluida, vicina alle Mouchaa (terre indivise), il deserto che non appartiene a nessuno, nemmeno allo Stato.

Il deserto è però cercato e raccontato, in modo metaforico,

anche nelle città occidentali. Parigi, Londra e Berlino, le tre capitali europee che, in modo differente, hanno vissuto le distruzioni del secondo conflitto mondiale e dello sviluppo del nuovo paradigma di governo delle città. Luoghi che hanno subito brutali violenze, una desertificazione fisica e morale di cui oggi possiamo ancora riconoscerne i frammenti: nei silenziosi monumenti imperiali, nella desolazione delle periferie, nei conflitti tra classi sociali ed etnie.

Le immagini di Mariagiovanna Nuzzi appaiono così come i dettagli dei viaggi che l'artista stessa chiama repérage, un termine francese che indica sia la localizzazione che un ri-incontro, in un insieme in cui la componente documentaristica si fonde con una sensibilità di carattere più intimo e singolare.

Museo MA*GA Project Room
Gallarate – Via Egidio de Magri, 1
dal 6 aprile al 2 maggio
sabato 5 aprile, ore 18.00 presentazione dei film