Le opere a Brera continuano a parlare tra loro e a parlarci. Certo, bisogna saperle ascoltare. Siamo al sesto dialogo che tratta degli amori, sacri e profani, e ruota attorno alla figura non troppo conosciuta, ma decisamente da rivalutare, di Camillo Boccaccino (1504/5-1546). L’allestimento del dialogo è stato curato da Francesca Debolini e Marco Tanzi.

Uno sguardo d’insieme e un femminicidio
Questo dialogo porta alla luce una fase interessante della pittura di quell’epoca, nella quale si assiste al passaggio dall’amore sacro – la Madonna e suo figlio, che è figlio di Dio – all’amore profano – la donna che diventa Venere con un bambino che rappresenta l’Amore, che da lei è nato e di lei si nutre.

Siamo in una temperie particolare tra avvenimenti di grande drammaticità, il sacco di Roma con l’arrivo dei Lanzichenecchi (1527), che qualcuno ha paragonato all’11 settembre dell’attentato alle Torri Gemelle, e la successiva tragedia della peste (1630). La donna è vista contraddittoriamente sia come origine della spiritualità sia come espressione di amore sensuale.

L’idealizzazione della donna porta a non attribuirle valore come persona. L’esempio più evidente è che la madre di Camillo Boccaccino verrà uccisa dal marito in un moto d’ira perché questo scoprirà il suo tradimento. Oggi definiremmo questo delitto un femminicidio. Il marito, Boccaccio Boccaccino, anche lui pittore di notevoli qualità, non sarà condannato e si risposerà di lì a poco.

Boccaccino e l’elogio di Paolo Lomazzo
A parte questi violenti trascorsi famigliari, Camillo, figlio di primo letto, poté godere dell’eredità paterna e anche lui, in breve, si dimostrò un eccellente artista.

Cremonese, morto piuttosto giovane, Camillo Boccaccino, forse allievo di Tiziano, viene considerato un manierista fortemente influenzato dall’arte veneta e dai molti maestri italiani di quel periodo, dal Pordenone a Raffaello, dal Correggio al Parmigianino, fino a Giulio Romano.

Di Boccaccino ci sono arrivate poche opere, soprattutto pale d’altare. Ma nei suoi lavori gli elementi che con sensibilità egli sa cogliere dai suoi maestri, concorrono a creare una miscela esplosiva davvero originale. Nella pala “Madonna col bambino in gloria con i Santi Bartolomeo, Giovanni Battista, Alberto da Trapani e Girolamo”, Mina Gregori sottolineerà  in un suo famoso saggio “il pregio dell’instabilità atmosferica prodotta dal colore deflagrante”.

Paolo Lomazzo, pittore e trattatista (fu autore del Trattato dell’arte de la pittura, scoltura et architettura), aveva definito questo artista “Acuto nel disegno e grandissimo coloritore”. Non basta. Quando Lomazzo ebbe l’occasione di ammirare di persona l’opera “Venere e Amore” del pittore cremonese in una abitazione milanese ne rimase così incantato da realizzare in suo onore addirittura un sonetto.

Boccaccino e Procaccini nelle sale della Pinacoteca di Brera

Oltre alle due citate opere, la pala “Madonna col bambino in gloria e i santi…” e “Venere e Amore”, a Brera si potrà ammirare anche una piccolissima opera (10,5 x 16 cm), intitolata “Amore che si specchia nello scudo”, sempre di Boccaccino, proveniente da collezione privata.

L’altro interlocutore del dialogo è nientemeno che Giulio Cesare Procaccini, con il suo “Venere e Amore”. Di cui non si può non ammirare la profonda sensualità che emana la figura di donna, e il particolare, non meno malizioso, della firma dell’Autore tra i peli dell’ascella della donna.

 

Questo lavoro di Procaccini, datato 1615/20, è una risposta all’analogo soggetto del Boccaccino, che egli eseguì nel 1532/37 e che Lomazzo, come abbiamo visto, così bene descrisse nelle prime rime del suo sonetto: “Venere bella al picciol figliol dona/la bianca poppa più che avorio e neve…”.

 

Il prossimo futuro di Brera
Dal 29 marzo riapriranno al pubblico i saloni napoleonici con uno straordinario allestimento che vede il rinnovamento di sette sale (VIII – IX – X – XI – XII – XIV – XV). Didascalie e luci esalteranno le opere del museo poste in una nuova collocazione e valorizzate dal colore delle pareti delle sale napoleoniche.

Inoltre, visto che spesso visitare un museo è stancante, si è pensato di realizzare nuove panche, progettate dal designer Giulio Cappellini, e degli sgabelli portatili, a uso gratuito, per consentire ai visitatori di sedersi e ammirare più comodamente le opere.

Insomma, sotto la guida del Direttore James M. Bradburne, si sta compiendo il progetto della nuova Brera, iniziato due anni fa, con l’obiettivo che il Museo rappresenti sempre di più il cuore pulsante e identitario della città e che i visitatori, che per i primi cinque dialoghi sono stati oltre 715 mila, siano messi in condizione di usufruire di un luogo accogliente e piacevole che favorisca sempre di più la comprensione dei capolavori esposti.

Skira Editore ha realizzato per l’occasione il volume “Attorno agli Amori. Camillo Boccaccino sacro e profano. Sesto dialogo”, 112 pagine, 49 colori, brossura, 17 €.

Ugo Perugini