Paolo Zanzi durante un momento dell'inaugurazione della mostraPaolo Zanzi durante un momento
dell'inaugurazione della mostra

"Sapere per vedere e vedere per sapere". Secondo Paolo Zanzi, la conoscenza incontra la visione e viceversa. Da questo fruttuoso incontro, entrambe traggono vantaggio, acquistando profondità e significato.
Per l'art director varesino la visione, l'analisi e la fruizione dell'immagine non è operazione automatica o accessoria, ma diventa costitutiva dell'esperienza formativa e di conoscenza di un individuo. Per questo, tutto il corpo deve essere coinvolto nella visione. "Preferisco disporre le fotografie su un piano orizzontale, piuttosto che limitarmi ad appenderle semplicemente al muro. La posizione che il corpo così assume, mi ricorda quella di un lettore, di un amanuense, di qualcuno che deve consultare e considerare qualcosa piuttosto che ammirare passivamente".

Queste considerazioni richiamano molto da vicino le ragioni e la genesi di un allestimento che fece tanto discutere: ci riferiamo alla mostra allestita alla fine del 2007 al Castello di Masnago ed intitolata: Il Piccio nella collezione di disegni e nelle carte di Piero Chiara.
Allora, fece scalpore la scelta dell'art director Zanzi di disporre i disegni su dei paranchi sospesi. Ma a risentire oggi le sue parole si comprende, ancora una volta di più, come, per l'autore, la fotografia debba essere intesa

come un oggetto di ricerca e di visione decantata piuttosto che come un semplice passatempo da appendere al muro.

"Incominciamo a fare fotografie buone, la bellezza verrà di conseguenza". Il messaggio di Paolo Zanzi è semplice ed efficace e raggiunge immediatamente lo spettatore.
A Castellanza, sono esposti i suoi scatti che immortalano il paesaggio e le bellezze prealpine secondo uno stile che ama il dettaglio più che la sensazione turistica.
"Non si tratta di immagini che proclamano con uno slogan le peculiarità del paesaggio prealpino. Sono maggiormente interessato a piccoli dettagli, scorci seminascosti, semplici imbarcazioni abbandote lungo la riva".

Ad accompagnare la rassegna, coloratissimi assaggi che il visitatore è invitato a raccogliere e a gustare.
"Il percorso della mostra comincia con un accenno al mito di Narciso, alla consapevolezza della visione, all'autocoscienza di chi guarda. Un tema serio, dunque, che ben introduce alla molteplicità del paesaggio dei laghi di Varese".
Questa piccola ma coloratissima festa, con tanto di tavoli coperti di dolcezze, resterà aperta in Villa Pomini fino a domenica 22, invitando a leggere in tutta calma le fotografie della terra d'Insubria.
La mostra, intitolata "Riflessi gustosi nella terre d'Insubria con l'imbroglio della luce e la sincerità dell'ombra" è patrocinata dall'Assessorato alla Cultura di Castellanza e dagli "Amici dell'Arte Castellanza".