La misura della distanza è il fattore imprescindibile per relazionarsi con le opere di Alfredo Rapetti Mogol (Milano 1961) in mostra presso lo Spazio Oberdan con "Oltre la parola dipinta", a cura di Gianluca Ranzi.

Attratti dal fluire armonico della scrittura, in percorrenza su monocromi bianchi, neri e lastre di cemento di grandi dimensioni, si scopre avvicinandosi un tutto indecifrabile, un susseguirsi di segni e strappi che da lontano paiono esprimere pensieri compiuti.

Sono "Radiografie emotive" come spiegano più titoli; quei segni-scrittura divengono a tal punto cadenze dell'anima, soffi di vento, onde marine, tracce sonore, battiti del cuore tradotti, di volta in volta su tela o incisi su lastre di cemento oppure esplicitati con una regolare sequenza di strappi che, come note musicali, traducono la lievità di un'armonica percorrenza.
Oltre alle monocromie, irregolari e lievi appaiono folate di azzurro a comporre la "Mappa del cielo".

A concentrare gli elementi fondanti dell'opera di Mogol sono la superficie, la scrittura, la materia, il colore. Poco oltre, un trittico composto da libri in successiva e sacrale percorrenza: lì tutto esiste e tutto si compie.

Quasi a segnare un distacco dai tracciati segnici precedenti, nell'ultima parte della mostra, l'artista e paroliere milanese opera con materiali quali coperte militari poste in serie e diligentemente piegate a formare rettangoli perfetti accanto ai quali compaiono identici contorni disegnati a matita su parete dall'emblematico titolo "Lettere dal fronte", sino ad arrivare ad una installazione di lastre rettangolari in legno, ferro e acrilico poste in sequenza a comporre un "Equilibrio sospeso" che porta, quale ideale congiunzione, alle tracce di scrittura, agli strappi, alle macchie d'azzurro a far sì che il cerchio si chiuda.


Alfredo Rapetti Mogol – "Oltre la parola dipinta"

Milano-Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2
Fino al 15 settembre
Orari: dalle 10.00 alle 19.30 (martedì-giovedì fino alle 22.00)
Ingresso libero